Non
sempre si riesce ad immaginare il futuro e quando lo si fa, dopo, ci
si rende conto che quasi nulla di quello che si era presupposto è
accaduto. E questo riferendosi all'ordinarietà dove l'andazzo
potrebbe ben essere quello ipotizzato, ma quando entrano in campo
fattori totalmente nuovi (sicché non è nemmeno
ipotizzabile un futuro visto che non poggerebbe su basi note così
da poter tracciare una certa continuità), ecco che si resta
senza prospettive. Anche se la normalità prosegue come se
nulla di nuovo dovesse accadere; o per lo meno in attesa del solito
nuovo, quello che deriva e dipende proprio dalla normalità che
si proietta per divenire leggermente diversa ma in funzione della
stabilità su cui poggia.
La
stabilità, elemento indispensabile per lievi mutamenti, è
un intralcio quando i cambiamenti sono sostanziali. La stabilità
obbliga a restare ancorati ad una certa normalità e non
consente l'apertura necessaria per cogliere veramente il presente;
per essere qui ed ora sempre; per cogliere quello che la vita propone
e che immette in un diverso tipo di normalità.
A
seconda di come ci si pone così si è; e questo in
funzione del proprio essere e della coscienza che sprigiona. La
coscienza dell'uomo è funzionale al suo ambiente (alla Terra
in senso lato ed al luogo di appartenenza in particolare) ed alle
proiezioni che riesce a compiere quando egli affronta il tema della
morte e di riflesso della immortalità; il superamento di una
condizione certa, la morte, per coglierne una possibile ma non certa
in quanto proiezione in un futuro che in qualche modo consenta di
continuare ad esistere.
L'esistenza
si sviluppa su più piani in modo contemporaneo ma si riesce a
cogliere quella verso cui si è naturalmente predisposti in
funzione dell'ambiente entro cui si sviluppa. Sulla Terra l'ambiente
è la Terra, e l'uomo un elemento che si interfaccia con la
stessa tramite l'esistenza. L'uomo esiste in funzione della Terra ed
in base a ciò ha caratteristiche e connotati.
La
Terra, pianeta che orbita attorno al Sole da cui dipende per il
sostentamento ed il nutrimento, ha attributi e coscienza inerenti e
funzionali a questo tipo di ambiente. L'uomo per conseguenza ha una
coscienza in linea; nel senso che vive e subisce le stagioni, e le
attende, perché su tale stabilità ha edificato gran
parte della sua normalità.
Questo
ritmo, costante, determina un certo tipo di vita in ogni essere della
Terra ed è la Terra che lo emette perché a sua volta lo
subisce in funzione del sistema in cui orbita; e che è il suo
ambiente naturale.
La
coscienza della Terra si esprime in funzione di ciò che crede
perché ne è certa. Il Sole le è evidente come
anche la sua funzione. Lo spazio in cui opera è per lei una
normalità acquisita perché necessaria per i suoi
movimenti; come pure è una normalità il tempo che
impiega per i suoi spostamenti; normalità queste che vengono
trasmesse ad ogni essere che risiede sulla Terra e che servono a
formare un coscienza leggermente diversa rispetto a quella
prettamente fisica perché infatti agganciano temi più
profondi; il tempo che si può impiegare per percorrere un
certo spazio.
Questo
tipo di coscienza vincola ad una ben determinata dimensione, quella
in cui è normale che la esistenza sia un riflesso del Sole la
cui essenza può essere paragonata ad una funzione
stabilizzatrice ad un livello più profondo rispetto a quello
che la Terra offre in quanto pianeta; ed infatti essa stessa dipende
da tale essenza - sostanza.
Questo
fa sì a ben vedere che, oltre al ritmo che la Terra impone in
modo del tutto naturale a livello fisico, esiste ad un livello più
profondo un altro ritmo, solare, non evidente perché
l'ambiente entro cui si svolge la normalità umana è
quello fisico terrestre; ma con distanze da percorrere ed un certo
tempo per raggiungerle.
L'ambiente
più sottile, quello solare, non viene colto, anche se è
evidente che è proprio il Sole ad alimentare la Terra e
l'uomo. Questo aspetto infatti è direttamente connesso ad un
certo tipo di coscienza, quella che la Terra coglie se guarda dentro
se stessa nel tentativo di capire chi è e perché è.
E quando lo fa scopre di avere essa stessa un Sole interiore connesso
con la spiritualità Solare che scandisce un ritmo diverso
rispetto a quello del sistema solare espresso nel modo in cui lo si
coglie; ritmo che riguarda una dimensione il cui ambiente, spaziale
galattico, implica ed impone un tipo di coscienza, una coscienza che
consenta contemporaneamente di guardare entro di sé e lo
spazio scoprendo di riflesso di essere un pianeta che oltre la
normalità apparente, sta compiendo un itinerario spaziale
legato e collegato con altre realtà appartenenti a questo tipo
di esistenza.
Va
da sé che ad una Terra che cambia perché si espande in
coscienza corrisponde un ritmo che manifesta. Ritmo che, colto da chi
vive sulla Terra, oltre a porre interrogativi impone verifiche su ciò
che è già noto in funzione di ciò che, quando
comincia ad essere evidente, non può che intaccare la
normalità costituita; normalità che a questo punto deve
tenere in debita considerazione il viaggio della Terra nell'universo
e che, allungando i tempi di percorrenza in termini fisico-spaziali,
necessita di una coscienza che possa sviluppare se stessa in virtù
di questo nuovo ambiente entro il quale si ritrova ad essere viva ed
agire. Coscienza in linea ma coscienza che deve cogliere il Sole come
suo fulcro; Sole che se l'uomo si guarda dentro scopre di possedere.
Anche qui ambiente che cambia con conseguenze sulla coscienza che da
fisica temporale può diventare spaziale immortale se affronta
il tema connesso ad una normalità sconosciuta che però
esiste a livelli più profondi rispetto a quelli che l'uomo
conosce e sperimenta.
Tutto
questo per aprire un capitolo nuovo sulla coscienza quando la stessa
è costretta a porsi come riferimento un ambiente che cambia;
quando essa coscienza scopre ciò che la Terra, vivendolo,
rende evidente. Coscienza in linea col nuovo ritmo che la Terra
scopre di poter emanare nel suo colloquiare, oltre che nel sistema
solare, anche in ambiti più profondi che la coinvolgono a
livello spaziale galattico e non soltanto planetario. Coscienza che
quando così è deve esternare una centralità
diversa perché la dimensione – ambiente in cui deve operare
impone e presuppone attributi diversi; spaziali, con sensi e
coscienza in linea con tale realtà. Coscienza che può
solo essere sferica e che contemporaneamente può interagire
con una interezza diversa che la proietta dentro e fuori; riuscendo a
cogliere immediatamente l'intera realtà senza dovervi girare
intorno, trasformandosi di fatto in osservatrice della realtà
per poi conseguentemente...
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