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I giorni del buio

L'adattamento

10 giugno 2006

 

 

E l’adattamento non sarà né facile né semplice. Perché adattarsi al nuovo senza riferimenti a sostegno è un salto nel buio; un attraversamento del buio; un andare incontro a qualcosa ignorando di cosa si tratta. Ed il solo affidarsi non basta perché viene meno anche quell’aldilà che prima sembrava probabile certezza e via di uscita.

 

Il mondo cambia perché la vita cambia e pur rendendosene conto si può o aspettare o andare incontro al flusso che provoca il cambiamento. La struttura eterica, culla di innumerevoli trasformazioni (visto il suo essere mediatrice e filtro tra la fisicità in sé ed i piani più sottili e profondi della esistenza), si sfalda perché non più necessaria alla Terra che la ingloba in sé in modo diverso: riprendendosi l’energia che aveva emanato mentre “pensando” si rendeva conto del suo essere.

La Terra concependo di non essere soltanto un pianeta fisico può approdare dove la fisicità non è indispensabile per essere.

 

Conseguenzialmente l’uomo, o ingloba in sé il suo eterico concependosi immortale (proprio attraverso tale passaggio), o può ricominciare ad essere ancora fisico e carne ma senza più i vecchi riferimenti che scomparsi (eterico inglobato dalla Terra e quindi resettaggio di pensieri, forme psichiche, energia psichica e quant’altro) lo inducono verso un cammino di consapevolezza in simbiosi con il tipo di fisicità del pianeta dove si può concepire di essere energia che non muore. Una vera e propria divisione dunque tra chi sceglie di avventurarsi prima nel flusso (avendo più possibilità per l’inserimento) e chi, preso alla sprovvista, dovrà affidarsi al suo intimo sentire per la scelta (mancano i riferimenti concreti) e non è detto che questa possa risultare in linea con il cambiamento.

 

Scelta comunque e non obblighi; né castighi.

 

I valori della vita, partendo dal presupposto di essere esseri immortali, cambiano radicalmente; così come etica e morale; perché tutto si risolve nel vedere la fisicità come elemento tramite cui sperimentare (in proprio o per induzione) e non come vita che cessata si dissolve. Avendo quindi la consapevolezza che pure i propri cari sono immortali (anche se ancora non lo sanno e che “se decidono di restare” faranno esperienze diverse per poter concepire anche loro che non si muore) si potrà scegliere se “abbandonarli” per farli crescere, se restare per aiutarli (ma rimanendo in un ambiente poco favorevole se ormai si vibra in modo diverso), o se aiutarli in altro modo.

 

La dimensione del buio (della quale non si ha coscienza e quindi nemmeno ricordo né quando ci si sveglia, né quando ci si incarna) è una necessità dell’anima. Ognuno deve sperimentare in proprio e per se stesso che la rinascita è conseguenza ad una morte; o del fisico o di ciò che si pensa di essere; attraversando sempre e comunque la cortina energetica che separa e lega fisico ad animico o per forza o per scelta.

 

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