E
l’adattamento non sarà né facile né
semplice. Perché adattarsi al nuovo
senza riferimenti a sostegno è un salto
nel buio; un attraversamento del buio;
un andare incontro a qualcosa ignorando
di cosa si tratta. Ed il solo affidarsi
non basta perché viene meno anche
quell’aldilà che prima sembrava
probabile certezza e via di uscita.
Il
mondo cambia perché la vita cambia e pur
rendendosene conto si può o aspettare o
andare incontro al flusso che provoca il
cambiamento. La struttura eterica, culla
di innumerevoli trasformazioni (visto il
suo essere mediatrice e filtro tra la
fisicità in sé ed i piani più sottili e
profondi della esistenza), si sfalda
perché non più necessaria alla Terra che
la ingloba in sé in modo diverso:
riprendendosi l’energia che aveva
emanato mentre “pensando” si rendeva
conto del suo essere.
La
Terra concependo di non essere soltanto
un pianeta fisico può approdare dove la
fisicità non è indispensabile per
essere.
Conseguenzialmente l’uomo, o ingloba in
sé il suo eterico concependosi immortale
(proprio attraverso tale passaggio), o
può ricominciare ad essere ancora fisico
e carne ma senza più i vecchi
riferimenti che scomparsi (eterico
inglobato dalla Terra e quindi
resettaggio di pensieri, forme
psichiche, energia psichica e
quant’altro) lo inducono verso un
cammino di consapevolezza in simbiosi
con il tipo di fisicità del pianeta dove
si può concepire di essere energia che
non muore. Una vera e propria divisione
dunque tra chi sceglie di avventurarsi
prima nel flusso (avendo più
possibilità per l’inserimento) e chi,
preso alla sprovvista, dovrà affidarsi
al suo intimo sentire per la scelta
(mancano i riferimenti concreti) e non è
detto che questa possa risultare in
linea con il cambiamento.
Scelta comunque e non obblighi; né
castighi.
I
valori della vita, partendo dal
presupposto di essere esseri immortali,
cambiano radicalmente; così come etica e
morale; perché tutto si risolve nel
vedere la fisicità come elemento tramite
cui sperimentare (in proprio o per
induzione) e non come vita che cessata
si dissolve. Avendo quindi la
consapevolezza che pure i propri cari
sono immortali (anche se ancora non lo
sanno e che “se decidono di restare”
faranno esperienze diverse per poter
concepire anche loro che non si muore)
si potrà scegliere se “abbandonarli” per
farli crescere, se restare per aiutarli
(ma rimanendo in un ambiente poco
favorevole se ormai si vibra in modo
diverso), o se aiutarli in altro modo.
La
dimensione del buio (della quale non si
ha coscienza e quindi nemmeno ricordo né
quando ci si sveglia, né quando ci si
incarna) è una necessità dell’anima.
Ognuno deve sperimentare in proprio e
per se stesso che la rinascita è
conseguenza ad una morte; o del fisico o
di ciò che si pensa di essere;
attraversando sempre e comunque la
cortina energetica che separa e lega
fisico ad animico o per forza o per
scelta. |