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Una luce diversa

27 settembre  2003

 

Nello spazio c’è il tempo e nel tempo c’è lo spazio; assurda realtà d’incredibile coerenza.

Pur vivendo vite e vite intere si può non rendersi conto del viaggio spaziale che si compie nell’universo.

Essere circondati da palazzi, grattacieli, tecnologia, altri uomini e quant’altro la Terra ospita in sé, distrae in fondo da un’osservazione di primaria importanza. La luce che arriva dallo spazio esterno al sistema solare, non è visibile perché si pensa che l’unica luce possibile sia solo quella del Sole.

Identificare se stessi come pura luce non è facile perché manca il riferimento che, in base al confronto, consente d’acquisire consapevolezza della luce su base cosmica; e come questa sia presente da sempre sulla Terra ma inosservata poiché non concepita.

La realtà della luce appare a chi è pronto a recepirla perché ha sviluppato giusti mezzi attraverso un’adeguata conoscenza ed un’accurata preparazione.

Riconoscere in sé qualità nascoste non è tanto semplice se prima non si sa cosa cercare e come fare a raggiungere obbiettivi la cui natura si trova in una zona d’ombra non visibile con i comuni sensi e dalla ragione, anche se percepibile a livello intuitivo e trascendentale.

Del resto, quando manca la ragione, non si può nemmeno pretendere di concepire ciò che per questo motivo è invisibile.

Se per invisibile s’intende non vedere qualcosa che oggettivamente esiste in maniera tangibilmente vera, allora i conti non tornano; se invece si guarda oltre le apparenze (e ciò che appare è forma apparentemente definita) e ci si rivolge ad una fascia energetica (dimensione parallela) dove la realtà non ha consistenza fisica ma determina la fisicità, ecco che allora una luce diversa inizia ad interagire con la mente, con la ragione, con gli stessi sensi fisici ed indubbiamente con la coscienza.

La luce cosmica, la presenza della luce cosmica, è indispensabile per la costituzione degli agglomerati che caratterizzano sia la parte fisica (visibile e tangibile) sia la parte eterica (invisibile per quella parte di sé che, fisica, non sa riconoscerla e tanto meno accettare).

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