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Subire o vivere 15 giugno 2004 Subire
gli eventi è quello che succederà alla maggior parte delle persone.
Anche a coloro che, reputandosi pronti, non immaginano la portata e
nemmeno la natura dell’evento che, d’origine cosmica, non può essere
arginato né contrastato; deve invece essere vissuto e sfruttato per ciò
che propone ed offre a chi sa coglierne il succo ed il suo apporto di
vitalità. La
Terra si ricarica di energia nuova: deve trasformare ciò che assopito, ha
subito la supremazia della materialità insensibile ai richiami di
dimensioni più profonde che la invitavano a risvegliare e contattare
l’energia sopita per prenderne coscienza acquisendo giusta
consapevolezza. Questo
non è avvenuto e pertanto il ciclo che doveva preparare l’uomo al
momento in cui arriva il nuovo (questa nuova ondata energetica
rinnovatrice della vita in una sintesi diversa) non ha sortito effetti
apprezzabili. Ha anzi ancorato la coscienza generale in un travagliato
dibattito tendente a definire solo se l’oltre esiste o è mera fantasia.
Evitando così di addentrarsi, per propria scelta così da fare
esperienza, proprio dove ora è costretta a ritrovarsi. Gli
effetti saranno sempre più evidenti in funzione della generalizzazione di
stati di ansia dovuti alla mancanza di sicurezza che la materialità non
è più in grado di offrire. Si
rivoluziona tutto perché il vecchio schema non ha più motivo di
esistere: deve essere assorbito e consolidato in sintesi perché il futuro
è esattamente quel nuovo che è rimasto inesplorato sotto forma di
energia dormiente. Tutto
ciò comporta un nuovo equilibrio da dovere conquistare e bisogna,
necessariamente, attraversare ciò che non si è voluto o potuto fare
prima: la quarta dimensione. Questa
densità energetica fa parte della struttura fisica più sottile della
Terra (e pertanto dell’uomo) e, non avendo più motivo ad essere tale,
deve amalgamarsi con tutto ciò che, fisico, deve a sua volta fare il
passaggio e la trasformazione. Evidente
quindi che lo squilibrio e l’instabilità saranno note ricorrenti che
bisogna aspettarsi; anzi, che bisogna augurarsi che arrivino per,
superandole, entrare definitivamente nel nuovo. Il
periodo appena iniziato fa parte proprio dell’attraversamento della
quarta dimensione. Della fusione che deve integrare in un’unica sintesi
tutto ciò che la Terra ha prodotto nel corso di questa parte di cammino
(cammino che aveva lo scopo di unificare tempo e spazio in un’unica
realtà senza subirne più la sperimentazione). Andando
a sperimentare in una dimensione diversa ecco che occorrono attributi
diversi, e ciò è reso possibile proprio attraverso quest’unificazione
che, trasferendo in un cielo interiore, mette anche in contatto
“fisico” con chi pazientemente ha preparato e sta agevolando
l’evento. Da
sempre l’informazione è arrivata alla Terra per responsabilizzare le
coscienze verso profondità diverse così che ogni passaggio potesse
essere atteso ed agevolmente superato. Anche stavolta quindi l’informazione sta facendo del suo meglio e l’invito ad essere particolarmente vigili sugli eventi vuole essere significativamente forte per far comprendere che tutto ciò che arriva non è reale se non lo si trasforma in realtà. Restare irretiti in ansie, stati d’animo cruenti, paure incontrollabili e quant’altro capiterà equivale al voltarsi indietro e fermarsi di chi invece ha il compito di guidare altri, tanti altri, ad affrontare serenamente la realtà invisibile che diviene “tangibilmente” vera. È
sufficiente non animare le proprie paure. Bisogna
non ospitare nella fisicità ciò che solo così può fare del male. Male
anche solo a livello psicologico ma particolarmente deleterio e pesante. Tanto pesante da procurare squilibri collettivi destabilizzanti l’ordine e la serenità. Il
soccorso sarà grande, così come grande diventerà il bisogno di
riceverlo. Ma
non bisogna cadere nell’errore di rifugiarsi (come aspettativa e
quant’altro) in speranze che non possono produrre niente di concreto. Bisogna
agire. È
arrivato il momento di agire usando la consapevolezza in ciò che si sa
perché così è. Così
sia, detto a mò di speranza è una cosa, in modo categorico è
tutt’altro. È
un ordine, un comando, un input che viene lanciato per essere eseguito. E
non ci si preoccupi da chi, perché è l’energia stessa a provvedere. Ciò che conta è essere capaci di farlo perché, anche qui, il più lieve tentennamento equivale sempre al voltarsi indietro di chi ha paura che la via intrapresa possa non essere quella giusta. Il
cammino è avviato, il portale è spalancato ma ben per questo passa di
tutto. Perché è il primo portale che non riguarda ancora l’ascensione
in quinta dimensione ma l’ingresso graduale nella stessa assorbendo pian
piano in sé la quarta dimensione. Il
sigillo è tolto. È stato tolto per l’azione e non per l’attesa. |
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