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Con coscienza e coerenza si può raggiungere in Terra il regno dei cieli.

4 ottobre 2004

Se lo si vuole è possibile ridefinire, da vivi, il ruolo in Terra. Si può accedere al regno dei cieli dalla carne e concordare il proprio operato in virtù del nuovo essere che si diventa quando la propria coscienza consente questo passaggio. E la coscienza lo consente quando il cammino lo prevede; quel cammino che, frutto di partecipazione attiva alla realizzazione dell’uomo in terra quale essere spirituale, apre la coscienza ai reami sottili dell’essere e dell’esistenza.

L’automatismo con cui ciò accade è evidente ed indispensabile: indispensabile perché esplicita una conseguenza tipica della coscienza; evidente perché da soli si constata ciò che si è (diventati).

Quando la coscienza si trasforma perché diventa matura per esperienze più profonde da vivere in dimensioni che sono oltre la fisicità e la Terra stessa, le è permesso l’uso (in stato di vigilità) di facoltà diverse che le consentono di spaziare oltre il limite che la fisicità apparentemente impone.

Questa conquista serve per appurare realtà prima incomprensibili, inimmaginabili ed oltre la coscienza fisica tradizionale legata ad una conoscenza relativa (che sulla Terra però appare come assoluta; conoscenza che attraverso l’applicazione delle leggi fisiche note vorrebbe stabilire e misurare l’equilibrio che regge e regola le dimensioni e gli universi collegati).

La naturale propensione a credere che sia vero solo tutto ciò che si vede e si tocca, pone la conoscenza su un gradino privilegiato rispetto all’uomo e lo costringe ad adeguarsi a quanto da oltre il limite viene sapientemente distribuito.

La natura fisica dell’universo non è assoluta, così come assoluto non è l’assetto energetico che sembra contraddistinguere quelli che all’uomo appaiono corpi celesti.

Con energia sottile speso si indica in modo convenzionale ciò che sfugge alla percezione. Esiste cioè un modo di catalogare l’incomprensibile sotto forma di energia sottile che, a seconda dell’ambito di esame, assume a sua volta differenti connotazioni (se riguarda la religione appare come trascendenza - se compete la filosofia viene individuata come principio emanatore - se invece la si approccia in modo scientifico appare come forza coagulante che assembla ed impedisce che tutto collassi su se stesso).

Questo perché non conoscendo come stanno esattamente le cose oltre il sistema solare e l’apparenza che sembra determinare con le sue proiezioni, ognuno (in base al modo o religioso, o filosofico, o scientifico in cui si pone) cerca di darsi spiegazioni logiche. O dogmatiche quando la logica non supporta i canoni della realtà invisibile che (e lo si comprende) sicuramente sfugge all’ottica di esame.

La divinità rappresenta il mistero irrisolto, e la particella unificata il mattone attraverso cui approfondire dna, forza debole e moti etero gravitazionali; dovendo comunque legarli a dna spirituale, particella divina e magnetismo olografico. Insomma a tutto ciò che sfugge anche ai più avanzati sistemi di penetrazione della realtà sia a livello fisico sia a livello animico.

Andando al dunque ciò che bisogna considerare è proprio l’anima: la parte preposta ad essere ponte tra la coscienza (umana ben inteso) ed il mondo ultrasensibile che fisicità e conoscenza non colgono ancora. E che tanto meno riescono a catalogare.

Si tratta infatti di un modo diverso (rispetto all’ambito umano) di concepire la vita. Attiene all’immortalità, dove l’energia non ha necessità di apparire come materia per essere individuata e vissuta.

La trasformazione energetica (in base ai principi noti) non può che apparire come morte. Questo perché l’invisibile non colto non consente di percepire il piano di sviluppo preparatorio per successive analisi di integrazione, assimilazione e sintesi.

Questo piano, l’eterico, è tale perché permette di accelerare il tempo fino a rompere l’equilibrio col piano fisico per entrare in una zona dove la fisicità non è necessaria perché la materia (energia) inizia ad assumere il connotato di sottile (energia sottile all’inizio dello stato di interazione con le profondità dello universo stellare ed il dinamismo di quello olografico).

Il passaggio dal fisico all’eterico ha connotazione propria. Essendo porta d’accesso verso mondi sottili, paralleli ed interstellari, gravità e coscienza devono modificarsi per consentire l’interazione con un piano di sviluppo dove la capacità collima con l’interpretazione che si da alla materia (intesa però solo come energia, anche se non ancora energia propriamente sottile). Cioè si diventa, l’uomo diventa, un essere strutturato in modo diverso perché deve abitare un mondo diverso (per lui); ed acquisire la capacità di viaggi e permanenza in mondi paralleli (sia interstellari e non) per offrire il suo contributo all’evoluzione della coscienza in base (anche e soprattutto) alla conoscenza acquisita sul piano della fisicità.

 

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