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Riti e miti 26 agosto 2003 Per
evolvere sembra sia necessaria l’appartenenza a cerchie o caste nel cui
ambito è possibile accedere a segreti iniziatici in grado di aprire la
porta allo spirito, ed invece bisogna solo liberarsi di vecchie zavorre che
costringono a risiedere al di sotto di ciò che vibrazionalmente ha il
potere di illuminare. Essere
attaccati a credenze e miti imprigiona nello stato energetico dell’azione
che producono e, se è pur vero che con riti propiziatori si gode di tale
energia, è parimenti vero che la si rafforza in maniera sempre più forte
rendendo ancora più saldo il legame che unisce alla stessa. E restando di
fatto vittime perché imprigionati in una sfera energetica che può solo
produrre ciò che detiene e nient’altro in più. Fare
pulizia nella propria interiorità significa alleggerirsi energeticamente di
scorie, attrattive soltanto di ciò che la necessità ha prodotto e spesso
la necessità è solo una conseguenza della paura che non consente di vedere
chiaramente. Essere
liberi vuol dire proprio liberarsi da schemi ed infrastrutture mentali che
condizionano a seguire tracciati energetici nel cui ambito si può arrivare
solo a determinate considerazioni e basta. Basta perché tali tracciati non
hanno la capacità energetica di potere andare, e quindi veicolare, oltre a
ciò che è loro consentito per capacità di comprensione. Essere
prigioniero negli schemi è una condizione naturale dell’uomo che infatti,
nascendo, si ritrova introdotto in ciò che serve alla sua evoluzione per
potere effettuare un salto di qualità; un’ascensione nella coscienza
portandosi in una sfera vibrazionale più sottile perché non assoggettata a
quei condizionamenti che hanno invece forgiato l’uomo (quell’uomo) che
deve in fondo misurarsi con se stesso, con il sé che fin lì ha concepito
d’essere. Conoscersi
equivale in fondo a spogliarsi di ciò che ci si crede d’essere per
prendere coscienza di un proprio strato più sottile e non contaminato, per
l’appunto, da ciò che, giustamente, aveva il compito di condizionare
l’uomo nel suo percorso terreno per portarlo al dunque della sua
incarnazione. Al suo punto critico dove necessariamente egli deve
considerarsi in funzione di ciò che è e crede e(d in funzione) delle
spinte che gli provengono dal suo stesso essere per fargli considerare la
realtà con occhi nuovi ed innocenti. La
condizione umana è un vaglio della capacità di sapersi liberare da schemi
energetici per assurgere ad un ruolo diverso che, se conseguito, equivale ed
è una reincarnazione voluta e volontaria in Terra in piena coscienza di sé.
Una reincarnazione consapevole. Quando
infatti l’uomo è libero, solo allora può consapevolmente decidere del
suo stato ed assumersi oneri ed impegni, in linea con il suo grado di
evoluzione ed al servizio del genere verso il quale deve dare prova di umiltà
e dedizione. Perché la venuta sulla Terra implica appartenenza alla Terra
per la di lei spiritualizzazione. Spiritualità
è un concetto vecchio e nuovo al contempo a secondo di ciò che si intende
e di come lo si vive. Rincorrere
la spiritualità per spiritualizzare se stessi è solo un modo limitato e
per giunta egoico di concepire la vita come manifestazione divina;
manifestazione della divinità che si è. Perché, se veramente liberi e
capaci di lasciar fluire ciò che arriva dalla propria interiorità non
filtrato dall’io condizionante, è veramente l’energia divina che,
agendo, provvede a spiritualizzare tutto ciò con cui si viene in contatto e
comunicazione. È
importante capire questo, comprendere che la vera libertà si realizza
nell’identicità con la volontà divina che non può subire
condizionamento alcuno per essere tale. Ecco,
il canale uomo è pronto ad ospitare lo spirito quando ne accetta la
condizione; che non vuol dire sudditanza ma condivisione. E
anche se la stessa sudditanza nei confronti del divino è pur sempre
condizione eccezionale, nella condivisione del progetto si realizza il perché
dell’essere che ha concepito di non essere solo carne, ma uomo completo
che in Terra può ben edificare la dimora dello spirito stesso. E
non si tratta di costituire un nuovo rito inseguendo un mito, ma
semplicemente di spiritualizzare la Terra essendo solo e veramente se
stessi.
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