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Il regno dell'Amore Luce, Pace e Libertà 18 maggio 2002
Accorgersi
che tutto è vita inizia alla vita. La vera vita. Il
cammino che l’uomo sta compiendo lo porta sempre di più ad affrontare
il tema della morte con occhi diversi e senza quella rassegnazione che
caratterizza chi non sa cogliere la vita oltre la morte. Ma
anche in questo caso la vita è una speranza per continuare a vivere dove
la credenza o la religione hanno costruito il luogo per l’eterna dimora
o di transito per chi crede nella reincarnazione. Guardare
la morte con occhi diversi riesce a farlo chi coglie la vita dentro di sé. Non
è tanto su ciò che riserva il futuro dopo la morte quel che fa la
differenza, bensì la certezza d’essere vivi oltre la propria morte
fisica; vivi in terra più che nell’aldilà. Contemporaneamente
vivi in terra e nell’aldilà. Solo
questo da certezza assoluta che la morte è un passaggio di stato in una
dimensione diversa e che pertanto non rappresenta la tanto temuta fine.
Solo questo può fare aprire gli occhi in una dimensione nuova per
l’uomo ma eterna ed attuale. Fa
aprire gli occhi su una realtà più ampia perché comprende sia la vita
che la morte o, per meglio dire, congiunge con una parte essenziale di sé,
quella immortale che, sola, permette l’accesso nel Regno dell’Amore. La
porta del cielo è dentro di sé
ma bisogna saperla aprire. Bisogna
addentrarsi nella profondità del proprio essere e superare il regno della
morte per arrivare a quello della vita vera, il regno della Luce, della
Pace e della Libertà. Tutto
ciò che appartiene al dopo morte, così per come la morte viene vissuta
ed interpretata, è una realtà di passaggio, transitoria ed anche
fittizia poiché riempie la coscienza delle necessità che le occorrono
per potere colmare le sue lacune, la sua mancanza di luce interiore che
illumina e chiarisce. Fittizio
perché di per sé non avrebbe motivo di esistere se l’uomo non vi
proiettasse la sua ombra, quella paura della morte che gli fa perdere il
contatto con la sua vera identità. L’uomo
proietta la sua paura della morte in una dimensione (che si alimenta di ciò
per essere) perché non si rende conto di possedere già tale dimensione
mentre è vivo come uomo. Già da uomo ha la facoltà del suo stato
energetico, proprio quello che, credendosi a sua volta privo del corpo
fisico, poi vaga alla ricerca della perduta identità per dovere
riconsiderare la vita da questa sua nuova realtà. Avviene
lo sdoppiamento di fatto perché prima non c’era l’unione di stato.
Mancava la consapevolezza di essere contemporaneamente parte fisica ed
energetica, entrambe qualità dell’anima. Qualità
ma non unicità perché se le parti si sentono disgiunte bisogna prima
creare l’unificazione. Creare uno stato nuovo, intermedio che,
comprendendole entrambe, rende l’anima agente direttamente nel fisico
per illuminare il cammino di verità che dona la pace nell’assoluta
libertà. Libertà che è totale perché ogni cosa è libera di essere
esattamente se stessa senza rinunciare alla realtà dell’ora per
costruire un futuro dove proiettarvi le necessità. Essere
liberi veramente di essere completi, di essere se stessi in tutta la
profondità dell’essere per prendere possesso del Regno dei cieli. Per
entrare di diritto nel Regno dell’Amore. Per
avere la Pace eterna, e può darla solo l’immortalità. Immortalità che
è a sua volta una conseguenza della realizzazione nella verità, nella
Luce. Luce,
Pace e Libertà sono in effetti sinonimi di un unico concetto, l’Amore.
Lo specificano e lo dispongono in modo che lo stesso sarà sempre monco di
qualcosa se qualcuna di queste tre componenti non esprime la sua massima
potenzialità. Nel
Regno dell’Amore tutto è di tutti e di se stessi perché non c’è
differenza tra il singolo e la totalità. Perché c’è la consapevolezza
assoluta ad essere se stessi ed essendo assoluti si comprende tutto dentro
di sé. |
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