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Il peso dei morti 17 marzo 2004
I
morti pesano. Hanno il loro peso sul piano eterico perché vanno a
determinare una struttura che influenza ancora la fisicità vista
l’enorme attenzione che viene loro dedicata a livello individuale e o
anche collettivo. Senza
rendersene infatti conto l’uomo rivolge la sua attenzione all’aldilà
(in generale) quasi sempre, restando collegato col mondo invisibile in un
rapporto di reciprocità poco chiaro, ma non per questo inesistente. Del
resto aldilà è anche tutto quello che, attraversando la mente umana,
determina scelte e condizioni. I
mutamenti in atto che coinvolgono la Terra a livello vibrazionale non
possono non influenzare ed incidere sulla fascia energetica che avvolge e
permea la Terra dandole la densità che possiede e la struttura che la
contraddistingue. Il
collegamento eterico tra Terra e sistema Solare, è del resto una
condizione indispensabile alla Terra per nutrirsi di quanto le necessita
per la sua evoluzione spirituale. E per trarre insegnamenti occorre avere
riferimenti, riferimenti che viaggiano nell’etere cosmico, struttura
portante dell’universo. L’universo
stellare e l’universo mentale sono interconnessi attraverso l’etere
cosmico che differenziandosi crea la profondità che necessita alle varie
manifestazioni. Questo
differenziarsi dipende dal modo in cui l’essere pensante entra in
rapporto con l’universo mentale. La
differenziazione è determinata, in automatico, da ciò che l’essere
pensa sia la vita, e dal modo in cui la vive. L’esatto
rapporto che si viene a generare tra l’essere e l’universo mentale
viene rispecchiato nella realtà che in automatico l’essere crea per
vivere. L’etere
cosmico pertanto manifesta la duttilità che occorre all’essere pensante
per sorreggersi strutturalmente. Anche
la Terra è un essere pensante. Anche la Terra necessita di una
“struttura di sostegno” che le serve come riferimento; ed attraverso
la quale sviluppare il necessario ciclo per evolvere, capire e concepire. Il
ciclo evolutivo della Terra comprende, evidentemente, tutto ciò che la
Terra è in grado di generare, ivi compresi i morti che, vivi nella fascia
energetica terrestre, svolgono compiti e funzioni spesso in maniera per
loro inconsapevole. Il
regno dei morti non può essere tabù per i vivi. È anzi fascia
esperenziale da comprendere e concepire. A
maggior ragione ora quando il momento si fa pressante e non è più
possibile tergiversare su ciò che, se resta una incognita, non permette
di evolvere ed ascendere a nuova condizione. Affinché
il cammino sia sgombro bisogna prendere coscienza di un’energia che
energeticamente sbarra il passo (a chi in fondo ne ha paura perché non sa
come affrontarla, non sa come comportarsi) coinvolgendo tale energia nel
processo di rinnovamento che investe la Terra e tutta la galassia. I
moti di rinnovamento che influenzano la Terra possono essere a carattere
“locale” o globale a seconda di ciò da cui traggono origine. Quando
sono locali appartengono al normale andazzo che la Terra sviluppa nella
sua appartenenza al sistema Solare; quando sono globali coinvolgono la
Terra nella sua appartenenza diretta alla galassia (e con riferimento
quindi ad un sistema e ad una centralità diversa; stessa centralità che
comunque coinvolge ogni sistema determinando concordanze che allineano ad
un diverso tipo di sentire e concepire la vita). Un
moto globale altera i normali moti locali perché li allinea su una
frequenza diversa, più profonda rispetto alla loro capacità basandosi
sull’etere cosmico attraverso cui distribuisce un nuovo indirizzo di
riferimento. L’attuale
moto globale apre alla Terra un modo più profondo di concepire
l’infinito e la vita. La rende compartecipe di un processo animico che
porta la consapevolezza ad un’armonica interiore pari all’intensità
che prima la (la Terra) coinvolgeva come fascia energetica che
caratterizzava il regno dei morti. E
questo non può che rendere i morti attivi e partecipi in una realtà
(nuova, nuova per loro e per la Terra) che vede l’uomo ascendere a sue
potenzialità recondite e (per molti aspetti) sconosciute. L’operatività
dei morti, a questo punto, diventa importante.
Il
peso, se vogliamo, è una specificità dell’ambiente ed assume valori in
linea con ciò che determina e, se il sottile prende consistenza, assume
anche un suo peso, una sua specificità. Peso
che possono e debbono assumere i morti collaborando con i vivi affinché
assieme possano costituire un insieme armonico che, in pace con se stesso,
possa “occuparsi” di chi ancora necessita di questo stato di quiete
interiore per potersi proiettare nella profondità del suo essere che,
solo, inizia ed immette nello universo mentale. La
collaborazione tra vivi e morti in questo momento è essenziale per
formare una schiera in grado di arginare le difficoltà (dovute a paure
ataviche e ad impreparazione) in cui verranno a trovarsi gli uomini, vivi
e morti. La
concezione che la vita si esaurisca sulla Terra dipende dalla mancanza di
coscienza di essere già capaci di superare la barriera energetica che
separa fisicità ed oltre. Anche (e) perché attualmente questa capacità
è a livello inconscio. Acquisire
la necessaria consapevolezza di essere già vivi in quell’oltre che si
ignora e si teme è il giusto mezzo che consente di iniziare altri sulla
stessa via. Consapevolezza
però che non è speranza ma certezza. E per essere certi occorre
sperimentare realizzando il risultato. |
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