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Perdere il treno 11 settembre 2003 Il rischio che corre chi troppo spesso si rifugia nella trascendenza (o anche solamente verso realtà immaginarie per trovare sfogo, consolazione o appagamento), è perdere i contatti con la sua vita terrena il cui scopo è vivere e partecipare senza ripudiare nulla. Il
rischio che corre chi crede unicamente ad una realtà fisica (e pertanto
rifugge qualunque tipo d’approccio nei confronti dell’invisibile), è
perdere l’occasione per verificare o anche solamente considerare com’è
fatto. E se veramente possiede dei corpi sottili che lo sorreggono,
proiettano ed inseriscono in quell’invisibile che ostinatamente rifiuta
di considerare. Del
resto è però normale avere delle proprie convinzioni, crederci ed in
funzione di ciò agire. Anche perché nessuno può o deve imporre niente a
nessuno. Per
com’è strutturato, all’uomo sembra impossibile la vita su altri
pianeti; o che possano esistere mondi abitati oltre il sistema solare o la
galassia. Così come inimmaginabile gli appare la possibilità di universi
paralleli, ed addirittura fuori d’ogni logica che gli stessi possano
ospitare forme di vita intelligenti che non hanno più (o nemmeno mai
avuto) bisogno di un corpo per potersi esprimere vivendo. Magari vivendo
anche da immortali se hanno superato la barriera che separa la luce in
quella che può essere considerata la prima dualità. L’uomo
s’è proclamato re di un universo che non conosce né per forma né per
struttura. Il
rifiuto a considerare altre forme di vita, diverse per consistenza ed
organicità, isola l’uomo e lo relega in una sfera dimensionale di
scarsa rilevanza e di poco interesse da parte d’altri abitanti della sua
stessa galassia d’appartenenza. L’evoluzione
della Terra segue il suo ciclo inserita in quella solare che è
all’interno della evoluzione della galassia. Il
sistema solare, più esposto nel suo insieme alle influenze della
galassia, riflette al suo interno (proprio perché è un sistema) gli
influssi che riceve; influssi che ogni pianeta percepisce in funzione del
suo livello evolutivo. La
Terra in questo contesto è protetta perché schermata verso tali
influenze (che non recepisce in modo diretto perché filtrate dalla
coscienza solare) ma resta ignorante nei confronti diretti con la
galassia. Poiché
l’evoluzione è crescita ed apprendimento di qualità superiori al fine
di maturare giusta coscienza, ecco che la Terra, pur facendo sempre parte
del sistema solare, può affacciarsi nell’universo con occhi diversi;
attraverso la visione che il Sole ha dell’universo senza più restare
limitata a quella (visione – concezione) che lei in precedenza aveva nei
confronti del Sole. La Terra (integrandosi con coscienza nel sistema di
cui fa parte) può acquisire la capacità che ne consegue (e che è molto
prossima alla coscienza del Sole) così da produrre coscienza unificata
attraverso cui introdursi nella galassia con capacità (senza limitarsi ad
“osservarla” come sta facendo il Sole stesso perché “condizionato
dalle incognite attrattive che i suoi pianeti manifestano nei suoi
confronti). Capire
che questi gradi di coscienza esistono e che sono loro a compattare
l’universo in una profondità armonica che lega abbracciando a sé,
permette di concepire le dimensioni come piani di sviluppo vivi con una
coscienza propria, e non come luoghi, quasi ostici, dove si viene
catapultati trovandosi così alla deriva ed allo sbaraglio. Una
coscienza che si amplia ha in sé più capacità d’apprendimento; può
riuscire a concepire ciò che prima era inimmaginabile per mancanza di
sostegni e riferimenti atti ad avallare “fenomeni” che, siccome presi
in considerazione, possono anche cominciare ad essere visti. Se
la profondità dell’universo non si basasse sulla coscienza e sulla sua
capacità di assemblamento dinamico su ciò che si concepisce, il
tutt’Uno perennemente presente e vivo che è la vita atterrirebbe in
grado progressivo anziché attrarre con infinito Amore. L’Amore
però è un tema che è meglio lasciare da parte per evitare di
inquadrare, a livello religioso o mistico, ciò che oggi ha invece
necessità d'essere approfondito con un approccio tendente alla
comprensione e non alla trascendenza. La
realtà da trascendere, quand’è trascesa, si lascia alle spalle ciò
che non ha capito perché non è nelle sue capacità poterlo esprimere;
non è ancora nel suo essere e pertanto è necessario assumere stati
diversi di coscienza che, momentanei, permettono d’affacciarsi ma non di
permanere. La
permanenza è uno stato di capacità, di raggiunta consapevolezza che
permette di esprimersi con coscienza sapendo assolvere il ruolo cui si è
preposti. Permanere
con capacità nell’universo non può essere un atto inconscio, e quindi
deve per forza riguardare una libera scelta che consente di osservare e
partecipare senza filtri in una realtà che si vuole sperimentare. Conoscere
è un attributo della crescita, ma a questa conoscenza segue per forza una
presa di coscienza che, quando va oltre il sistema Solare, immette in una
coscienza dove il Sole (e la sua coscienza) n’è parte e non artefice
propulsore della dinamicità che riesce (che lui riesce) ad imporre. Il
passaggio non è soltanto notevole a livello di stato di coscienza, è
determinante al fine di concepire vita ed esistenza oltre il tempo –
spazio solare (che è solo un riflesso di coscienza di una realtà che
viene concepita da un Sole in espansione a sue parti, i pianeti, che
stanno gradualmente cercando di conquistare la coscienza, solare, che li
ha prodotti e formati). La
gradualità (direttamente proporzionale con la profondità di una
coscienza tendente a divenire consapevolezza pura, pura consapevolezza)
dell’apprendimento riguarda tutti; ogni genere ed ogni essenza, dove per
genere s’intende per esempio la totalità di un sistema (anche quello
Solare), e per essenza la coscienza di tale sistema che consente
manifestazione ed approfondimento in stati sempre più (in apparenza
esterni) limitrofi (per meglio comprendere come in ogni particolare ci sia
sempre viva l’essenza che permette la manifestazione stessa a livello
generale). Ecco
che allora l’universo può essere visto in maniera trascendentale (da
conquistare attraverso salti “quantici” che non danno la giusta
consapevolezza), o attraverso una coscienza che lo contempla in sé perché
lo concepisce come realtà sperimentata. E
questo è il punto: volere sperimentare oltre ciò che in apparenza sembra
un limite insormontabile. Cosa che, se vista con occhi di chi crede che la
vita sia solo sulla Terra (terra da dominare e conquistare in quanto
elemento subordinato all’uomo ed alla sua capacità di raggiungere
scientificamente il modo di dominare la materia perché crede di essere
l’unica forma di vita possibile nell’universo a livello di coscienza
che concepisce ed aspira alla divinità), allora la trascendenza sarà un
vincolo che obbliga a salti quantici per spiegarsi la doppia natura della
luce. Cosa che, se considerata in funzione di un universo vivo che parla
un linguaggio da interpretare e conoscere prima di (o anziché) rifiutare,
spinge a partecipare in modo attivo e coscenzialmente corretto al processo
che vede coinvolti Terra, Pianeti, Sistema Solare, Galassia ed Essenze al
fine di determinare che vita è pura consapevolezza. Ma
qui si andrebbe (volendoselo spiegare adesso) verso un salto quantico
cosmico, una trascendenza che non vede la divinità come fine prossimo,
bensì da dovere ipotizzare attraverso un’espansione che prevede prima
la presa di coscienza di una vita cosmica universale. Il
che va fatto, ma in modo graduale, senza perdere di vista che i passaggi
(anche di coscienza) che l’uomo compie hanno sempre come primo referente
la Terra ed in seconda istanza (ma solo perché più difficile da
concepire e digerire) il Sole come coscienza che espandendosi intende
integrarsi con galassia, universo e così via. Questa
progressività è funzionale alla crescita nel senso che ne scandisce
ritmi e profondità. La
Terra sta partecipando in modo attivo poiché la sua coscienza glielo
consente; l’uomo deve solo considerare se queste sono fandonie e restare
quindi nella staticità fisica da, forse, dovere trascendere per spiegarsi
se e perché (sempre forse) non si muore, o decidere di salire su una
“astronave” stellare, la Terra, che a guisa di treno permette
d’osservare partecipando all’interno di un involucro (quello della
Terra) che preserva da salti perché nella corretta progressione per
determinare la coscienza che concepisce la vita come realtà assoluta. Perdere
il treno, questo treno, può essere pericoloso. Ma è pur sempre una
scelta funzionale alla propria coscienza ed alla comprensione delle
proprie possibilità. |
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