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Per volontà e compassione

14 aprile 2003

 

Risorgere trasfigurato è una condizione dell’anima.

L’anima s’incarna quando l’uomo, consapevole della sua essenza, decide di porsi al servizio della causa che stabilisce la sua finalità nella resurrezione della carne.

La carne è per l’uomo la sostanza da divinizzare perché, solo innalzandola ad un ruolo superiore, egli la può rendere compartecipe di un mondo a venire dove la realtà si esprime su parametri di vita più consoni all’uomo spirito che non all’uomo animale.

L’ascensione della carne ad un piano di coscienza spirituale passa attraverso la consapevolezza che l’uomo ha del suo stato, e di quanto sia necessaria la spiritualizzazione in generale della materia.

La forma, nella sua struttura, fa implicitamente parte di un piano di sviluppo dove ogni cosa è espressione pensata di un concetto, ed è animata nella misura in cui ne ha coscienza e relativa capacità. Coscienza che non è attributo divino, ma stato esperenziale per corroborare la sintesi che deve saper trovare nel suo essere la scintilla che dà propulsione al suo stato. Così da intraprendere un processo che, attraverso l’autocoscienza, determina ed approda nella consapevolezza di essere (a prescindere dalla forma attraverso cui inizia il processo d’apprendimento).

I gradi dello sviluppo della coscienza sono in relazione con ciò che si vuole appurare e pertanto (parlando di spiritualizzazione della materia) in funzione di come la materia stessa può adempiere ad un suo compito intrinseco alla sua struttura sottile la quale è ad un più diretto contatto con quei piani che già intravedono la divinità oltre la forma e sempre più vicina all’essenza vera di ogni cosa.

Il fatto che l’uomo sia un animale evoluto non lo pone al riparo dei travagli che deve fronteggiare per concepirsi in essenza, e quindi autoconcepirsi in grado e nella condizione di definire il suo stato sociale, economico e di partecipazione ad un insieme più sottile che lo proietta direttamente in una sfera dove il benessere deve risultare uno stato di comune serenità.

Serenità e benessere dovranno prendere il posto di emotività e sofferenza, così che sentimenti e dolori possano trovare quell’equilibrio risanante che dà alla forma una corretta collocazione nella scala gerarchica, ma elevandola ad un ruolo di prim’ordine (e non di solo strumento a disposizione di chi aveva bisogno per sperimentare la terrenità).

Come a dire comunque che, sperimentando, si trova l’innesto che consente alla coscienza di sviluppare la sua qualità nascosta che è quella dell’autodeterminazione. Il che consente anche alla materia di determinare il suo stato che, pur se minimo nella scala dei valori spirituali, rappresenta già l’ingresso in un piano dove da essere animati si passa ad animatori con capacità di creazione.

L’essere creativo è chi può creare traendo da sé debiti spunti per migliorare la forma o per costituire nuove forme dal nulla, dovendosi comunque attribuire al nulla la capacità di essere qualunque cosa si pensi purché il “pensante” sia (per l’appunto) nella specifica condizione dell’animatore. O del cocreatore visto che, in quest’ambito, ci si veste di caratteristiche atte a potere determinare la forma pur restando comunque sempre in linea con quanto il piano divino prevede ed impone. Imposizione che riguarda una certa struttura, quale può essere la Terra, perché facente parte di un processo animico che, pur lasciando libertà d’azione, vincola nella direttrice da dovere perseguire.

Essere cocreatore della materia, essendo nella materia, innalza il piano materiale in una sfera dove l’anima è sempre più prossima alla carne poiché l’uomo sa bene interagire tra materia e spirito e, divenendo egli animatore, ha in sé il principio agente dell’anima. E, poiché tutto mira all’unità indifferenziata, è evidente che l’uomo, animando sulla Terra, diviene tutt’uno con l’anima della Terra riconoscendone la matrice unica per ciò che concerne sia la carne sia la fisicità in genere.

Crescita e sviluppo diventano coefficienti dell’anima nel senso che tutto deve concorrere ad instaurare un piano di coscienza animica dove Terra significa totalità del suo genere, comprensivo anche e dell’uomo e della carne. Anima della Terra deve essere consapevolezza dell’uomo di essere Terra in ogni suo stato ed aspetto, perché così c’è per l’uomo la vera fusione con l’anima.

I tempi sembrano accelerare il loro corso anche perché si stanno esaurendo: il cambiamento in atto non consente divagazioni e, poiché il moto trasformativo è oramai in piena esecuzione, ecco che bisogna fare riferimento all’anima (alla propria essenza dunque) se si vuole restare ancorati a quella che per l’uomo (e la terrenità in genere) è la madre non soltanto partoriente generi, ma matrice della resurrezione.

Ogni atto (di resurrezione) specifico al singolo è stato solo un tracciato possibile da percorrere; e lo è stato per indirizzare i tempi e le epoche verso il fine da perseguire. Ora il passaggio è (per ciò che concerne la Terra) universale per cui, solo adeguandosi a questa madre, si può essere nella condizione dell’ascesa in corpo ed anima verso i piani divini.

La separazione (e la separatività nei confronti degli altri) pregiudica il piano di sviluppo perché non tiene conto della volontà che  deve trovare esplicita applicazione nell’ascesa.

Pur tuttavia (poiché il tempo è ora e senza possibilità di rinvio, e, poiché l’uomo non è ancora pronto a questo evento senza che per lui rappresenti qualcosa di nefasto e disastroso visto che questa ascensione della Terra lo proietterà in un “piano fisico” del tutto diverso e per niente in linea coi parametri di vita che egli conosce e concepisce) la divina compassione si fa carico di “addormentare” le coscienze in uno stato di letargo propiziatorio così da ricevere le opportune iniziazioni esattamente nel piano dove la consapevolezza deve essere il vero baluardo per la resurrezione.

Il passaggio dimensionale avverrà quindi egualmente ma la carne “si renderà conto” di essere in uno stato diverso solo quando le varie coscienze “risvegliate ed opportunamente istruite” saranno nella condizione di trasmettere quella certezza di vita che per la carne risulterà essere la sua vera ascensione nel nuovo piano.

Conscio ed inconscio, destinati a fondersi, edificheranno assieme il nuovo piano di sviluppo aiutandosi reciprocamente; nel senso che per conscio si deve intendere che chi è già nella condizione della datività potrà dare ciò che il piano divino gli passa da elargire; mentre l’inconscio non opporrà l’ostinata resistenza (tipica di chi non comprende e resta abbarbicato alla sua corazza – scudo) venendosi a trovare in uno stato di forzoso apprendimento.

Ci saranno sempre più momenti in cui durante il sonno si avranno “certezze” di stati di essere diversi che sono parimenti vita; ci saranno risvegli notturni che consentiranno in piena lucidità mentale di apprendere quanto viene trasmesso per via sottile; ci saranno trasformazioni nella carne e nei sensi perché tanti entreranno con sempre maggiore consapevolezza nel loro nuovo stato; ci saranno affannose resistenze da parte di chi non vuol cedere lo scettro del potere non avendo ancora compreso che l’era è già cambiata; ci saranno avvenimenti tellurici, atmosferici ed astronomici di grande portata ad evidenziare che nulla più dipende dall’uomo e dalla sua scienza non idonea al nuovo piano; ci saranno esseri di luce che sempre più si mostreranno nella loro vera realtà per far sì che la traccia da seguire non risulti offuscata da credenze e superstizioni; ci sarà l’ascensione, per volontà e compassione, verso uno stato più divino.

 

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