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Libertà e sopravvivenza

29 novembre  2002

Ciò che per taluni è importante per altri risulta essere un semplice argomento da forse considerare o ignorare del tutto.

Ben difficilmente esiste un’identità di vedute su temi anche molto importanti, se non addirittura essenziali per la sopravvivenza.

Sopravvivere è il tema connesso alla vita, anche se sembra essere un aspetto solo consequenziale alla stessa.

Quando c’è un’oppressione si sente gridare libertà ed oggi la Terra, oppressa, vuole essere libera ed in sintonia col suo stesso essere, col suo esistere che è cosmico.

Libertà della Terra e sopravvivenza sul pianeta sono le basi su cui edificare e, per far sì che l’era del benessere sia veramente tale, bisogna che queste due componenti si trovino in equilibrio.

O per meglio dire.

Considerando che la sopravvivenza è in funzione dell’evoluzione del pianeta (ed il pianeta deve liberarsi da gravami energetici dipendenti dalla sua attuale posizione astronomica e per farlo deve equilibrare il suo assetto vibrazionale ad una frequenza conforme a tale necessità) è evidente che ogni tipo di sviluppo e di sintesi deve sottostare a regole e leggi che possano trovare applicazione all’interno di tale nuovo assetto vibrazionale.

Cosa che, trattandosi di un pianeta, non avviene in maniera così repentina da causare catastrofi per chi evolutivamente ha trovato accoglienza nel suo ambito, ma in maniera progressiva; così da permettere adeguamenti e modifiche pertinenti ad un nuovo tipo di realtà.

Una realtà in costruzione che deve manifestare ciò che un certo tipo di passaggio impone a livello sottile.

La manifestazione è per l’appunto l’apertura di una porta energetica da cui dipende l’esecuzione pratica (e quindi lo sviluppo che è parimenti sfogo energetico dell’energia sprigionata) di tutto ciò che, consolidandosi, diviene realtà tangibile per chi tangibilmente la costruisce dall’interno.

Si tratta di attuare proprio questo. Esattamente ora, con il cambiamento in corso, è necessario manifestare proprio ciò che, in virtù della nuova frequenza vibrazionale, va ad imprimersi energeticamente sulla Terra costruendo un nuovo magnetismo di supporto e di riferimento.

Schemi vecchi non sono più necessari e nuovi schemi devono invece essere il presupposto per l’adattamento dei (vari) generi nel loro contesto sia come habitat sia come (ed in quanto) espressioni di vita.

La sopravvivenza passa dunque attraverso la libertà di cambiamento che la Terra esprime nella sua sopravvivenza ed adattabilità a livello cosmico.

Adeguare la coscienza è la condizione necessaria per ogni tipo di cambiamento. Per non subire restando schiacciati da ciò che, imprevisto, non soltanto è incombente e minaccioso, ma destabilizzante a livello psicologico (e di conseguenza psicofisico) perché va ad intaccare equilibri fondamentali per la crescita e lo sviluppo basati su certezze che vengono messe in grave difficoltà.

Verranno quindi a mancare certezze perché se ne dovranno edificare di nuove. E tutto deve avvenire nella quotidianità poiché il riscontro pratico sta proprio nell’immediato, che è ciò su cui si svolge e realizza lo scenario della vita sulla Terra.

Lo scenario della Terra è invece enormemente più vasto ed anche molto più profondo di quanto si possa intuire. Intuire e non immaginare perché l’immaginazione risulterebbe ancor di più limitante nei confronti di realtà sottili che sfuggono alla percezione sia ordinaria sia avanzata (a livello sensitivo e non sensoriale).

Questo scenario comunque può essere inglobato nella nuova realtà, sempre che si sappia ben porre le basi per rendere possibile un tale nuovo paradigma mentale. Perché va costruito e costituito. Perché solo così la mente ordinaria potrà gradualmente prenderlo in considerazione, affrontarlo ed a poco a poco farlo suo.

L’adattabilità ad una nuova condizione è sempre un fatto straordinario perché va infatti ad intaccare schemi e valori costituiti di riferimento; necessari a livello sociale e funzionali allo sviluppo della coscienza.

Va da sé che la mente non è estranea a questo processo e, se si vuole evitare una sua reazione sconsiderata in funzione di un aspetto emotivo di paura generalizzata, è veramente, estremamente importante correre ai ripari prima che gli avvenimenti accadano.

Le aspettative sono il terreno fertile da cui sorgono le difficoltà e, se un’aspettativa mancata è fonte di malanimo, è pur sempre un potenziale indirizzo da seguire piuttosto che l’ignoto.

E qua sta il punto. L’ignoto.

La mente è libera quando l’ignoto sovrasta, ma l’ignoto non riesce a sovrastare perché la mente ne ha talmente paura da rifiutarlo in partenza. Istintivamente.

Sembra un circolo vizioso senza via d’uscita ed invece no. Esiste il modo per razionalizzare l’incomprensibile e portarlo su un piano (mentale) di possibile accesso dove la certezza di esistere oltre la fisicità (riferito all’uomo) rompe la trama e genera un nuovo stato vibrazionale e d’equilibrio.

La trama sono i vecchi schemi, quelle griglie energetiche che, destinate a scomparire, vengono ormai perforate con facilità se si ha il coraggio (riferito sempre all’uomo) di affrontare una nuova realtà in fase di esecuzione.

Anche perché, così facendo, si vanno esattamente ad imprimere nuovi valori di riferimento che non prevedono più l’atavica paura legata all’oltre in generale ed alla morte in particolare.

L’aiuto straordinario viene proprio dalla Terra che, riadeguandosi per riequilibrarsi, innesca questo nuovo stato suo energetico che diventa (per l’uomo) la possibilità di andare oltre. Oltre apparenze talmente consolidate da avere prodotto quella realtà che attualmente viene definita vera ed inequivocabilmente vincolante perché non si conosce il modo di superarla.

O per lo meno superarla significherebbe andare oltre la morte. Ed in effetti è ciò che occorre fare.

La paura della morte è ciò che a livello istintivo blocca la mente ad una sua condizione energetica che le fa da autocensore e non le permette di potersi proiettare là dove la vita ha una definizione diversa da quella ortodossa e tradizionale.

Questo impedimento a livello conscio non esiste in altri stati di coscienza dove la normalità non è bloccata in parametri di ortodossia causale per cui l’effetto è già un vincolo.

Il superamento di questa barriera avviene infatti sempre e puntualmente; ma a livello di non vigilità.

Cosa questa che è stata necessaria nel tempo proprio per preparare l’uomo ad un suo salto di qualità. Ha ormai infatti maturato in sé potenzialità coltivate da tempo remoto esattamente per questo scopo.

L’inconscio quindi viene in aiuto perché si abbassa il velo. Cade la cortina che separa la coscienza vigile da quella sua parte che riesce ad accettare d’essere viva in una realtà dove l’elemento fisico non è così vincolante da doversi definire vita in assoluto.

La preparazione pertanto esiste già. Si tratta solo di portarla ad un livello di coscienza usuale che diventa normalità nel momento in cui la mente l’accetta come suo, e si proietta in ciò che per definizione (e realmente) è l’aldilà rispetto alla vita.

Si prende possesso di ciò che si è oltre perché si fa proprio un oltre (mentale) che in precedenza era il limite invalicabile di demarcazione tra stati di coscienza simili, vicini ma non identici.

Del due si fa l’uno. Perché l’uomo acquisisce la capacità di essere. Di esistere contemporaneamente ora anche dove prima pensava di potere essere solo se fosse sopravvissuto (forse) alla dipartita temporale (sopravvissuto energeticamente, come anima o quant’altro).

Avviene una fusione energetica perché viene elisa una barriera (psicologica e quindi sempre energetica) prima indispensabile per separare i mondi. Per far sì che interiore ed esteriore fossero una dualità da esaminare, approfondire e superare per potere essere.

Per potere essere veramente vivi come unità non separata da se stessa (e che prima doveva continuamente ricercarsi per potersi ritrovare).

Cade la separazione perché viene meno il magnetismo che condizionandola la generava. E questa nuova frequenza della Terra diventa lo spartito dove incidere la nuova musica.

Nella logica planetaria di supporto e preparazione all’evento tutto è pronto e posizionato correttamente, anche se al momento manca l’ assetto psicologico generalizzato che farà diventare normalità tale logica.

Ma questo (per l’uomo) dipende dall’uomo e dal suo arbitrio. Dipende da chi è all’avanguardia (e quindi dall’arbitrio di costoro nel volerlo fare) nel porsi e proporsi per informare, aiutare e sorreggere gli altri il più possibile. Perché più sarà elevato il numero di quelli che si troveranno nell’esatta condizione, tanto più semplice sarà il passaggio e di conseguenza il sostegno verso quegli altri che si troveranno sbandati ed inebetiti poiché proiettati in uno stato di coscienza per loro ancora ignoto, ostile e anche terrificante.

Questo va detto ed anche calcolato. Con esattezza e precisione. E va fatto da chi in Terra ha tale compito perché si sa assumere responsabilità commisurate ed inerenti al suo stato. Stato che lo pone sì all’avanguardia, ma anche nella condizione di dovere agire. Più che per sé per i suoi simili che solo così potrà definire fratelli nei fatti e non nelle parole o le aspettative.

In questo caso ed in questo momento l’arma del comando è terribilmente pesante perché non si tratta di dominare ma di guidare spassionatamente offrendo ciò di cui si ha capacità. Offrendo se stessi non per immolarsi (perché non ve ne è bisogno) ma per trasformare le energie proprie in universali facendo sì che l’universo venga a sostegno avendo trovato gli strumenti (gli uomini) che consentono questo passaggio evolutivo a livello dimensionale.

Il compito ora sta all’uomo nel volere andare avanti ed oltre.

Tanto l’oltre è già. Si tratta unicamente di averne coscienza con pace e serenità.

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