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Libertà di scelta 9 settembre 2003
Aderire
ad un progetto vuol dire scegliere. Scegliere di partecipare. Spesso
si sceglie perché ammaliati o perché costretti, o più semplicemente
perché bisogna pur fare qualcosa nella vita. Un
progetto è una cosa importante ed un progetto di vita è sicuramente la
scelta più importante che un uomo può fare, se è cosciente di questa
sua decisione. Avere
coscienza d’essere vivi è cosa diversa dal lasciarsi vivere,
dall’essere trascinati nella mischia senza nemmeno rendersi conto del
perché, e se c’è un perché. E spesso non ci si rende nemmeno conto
che il vortice in cui si è presi riguarda la propria vita; la propria
esistenza che in fondo è un po’ come sciupata quando sono gli altri a
decidere trascinando nell’onda. Certamente
in una società esistono regole e principi da cogliere e rispettare;
certamente nel sociale non si può essere liberi di non fare ciò che è
invece necessario per il proprio sostentamento. Ma c’è modo e modo di
poterlo fare; fare agendo o subendo; perché si aderisce in pieno a società
e principi, o perché costretti per poter vivere. La
vita è bella quando si fa ciò che si vuole, è coerente quando si fa ciò
che si decide, ed è coerentemente bella se si vive un progetto che
soddisfa le proprie aspettative e verso il quale si è aderito in piena
libertà; senza vincoli, forzature o inibizioni. Un
progetto di vita può riguardare il singolo, la società o il mondo intero
a seconda degli obiettivi che s’intendono perseguire. Il
progetto in corso a livello planetario coinvolge sicuramente la Terra; e
con lei tutto ciò che vi risiede. Per
aderire a tale progetto l’uomo deve prima prendere coscienza che esiste
un universo in movimento del quale egli fa parte in funzione del pianeta,
del sistema solare, della galassia e di se stesso. Soltanto
dopo questo passaggio l’uomo può coerentemente decidere se partecipare
al progetto assumendo un ruolo perché convinto del passo che si accinge a
fare, se restare a guardare perché non sufficientemente certo di questo
nuovo futuro stato di cose, o se restarne completamente fuori perché non
toccato nell’intimo giudicando di conseguenza tutto falso. Una
scelta è libera quando viene ponderata molto bene così da non avere
tentennamenti una volta intrapreso il nuovo cammino, o rimorsi in seguito
per forse avere ascoltato troppo la mente e troppo poco la coscienza.
Meglio sarebbe allora riflettere ancora onde evitare, per il tempo che
rimane, di ritrovarsi dentro ciò che non si sente o fuori perché ci si
vuole spiegare razionalmente e scientificamente quello che, per mancanza
di riferimenti, non ha ancora assunto validità dimostrata. Del
resto, quando l’evento succede, chi ha deciso di non aderire continuando
in sua coscienza la sua evoluzione non ha il ricordo di ciò che è
avvenuto, e chi ha invece ha fatto il passaggio, non può più permettersi
di intervenire o anche solo spiegare perché inascoltabile da parte di chi
vibrazionalmente non è in grado di ricevere, recepire ed elaborare ciò
che è oltre le sue capacità. Il
passaggio, l‘ascensione, se da un lato apre un corridoio, dall’altro
lo sigilla. Il fatto stesso che solo chi ha maturato una certa condizione
energetica riesca a “passare”, esclude in automatico chiunque non
abbia almeno tale capacità. Anche
perché sarebbe errato ed ingiusto mandare allo sbaraglio chi non se la
sente di affrontare un oltre che lo atterrisce proprio e maggiormente
perché non vuole prenderne coscienza. Ecco
perché bisogna essere liberi d’agire e scegliere il domani. Scegliere
il tipo di vita ed in fondo la vita stessa, perché tutto ciò spinge
direttamente dove non si muore. Anche se per arrivarci è un po’ come
morire perché bisogna rinunciare a certezze terrene (la cui finalità è
sempre legata e relegata alla morte fisica) per acquisire (ma dovendolo
fare) la coscienza dell’anima, del proprio essere capaci di animare
assumendosene ogni responsabilità. Le
responsabilità sono commisurate e proporzionali ai ruoli ed ora la libertà
di decisione è estremamente importante. Si tratta di decidere se
continuare a credere e sperare in ciò verso cui in fondo manca l’intima
certezza (perché se così non fosse la coscienza sarebbe veramente aperta
ed in grado di recepire i messaggi che solo vibrazionalmente possono dare
consapevolezza) o decidere d’agire osando andare oltre ciò che
convenzioni ed inibizioni hanno prodotto. Essere
liberi significa potere sbagliare senza l’obbligo di aderire per forza a
quello che viene imposto perché si è lasciato ad altri il compito di
gestire la propria vita barattando il mondo con la spiritualità senza
aver compreso che nel mondo c’è spiritualità. C’è
spiritualità in tutto e sulla Terra che ben per questo cresce, ascende e
si rinnova. Questo
rinnovamento coinvolge anche l’uomo che può subirlo o aderirvi come
osservatore o artefice. Se
l’uomo lo subisce non ne può fare parte perché si può entrare solo
per libera scelta; se aderisce come osservatore iniziale gli sarà
consentito di entrare ma per poi doversi integrare in ciò che gli altri
suoi fratelli si sono conquistati in Terra agendo. Proprio quei fratelli
che adoperando il loro libero arbitrio, questa volta in modo verticale,
hanno avuto il coraggio di conquistarsi l’ingresso nella V dimensione.
Assieme alla Terra. |
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