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Immortalità

22 agosto 2004

 

Le congetture che spesso si fanno sulla realizzazione dell’uomo quasi sempre non tengono in debito conto l’immortalità.

Ben per questo, quando così è, manca il dato sostanziale alla realizzazione.

La realizzazione dell’uomo in quanto essere multidimensionale è un progetto preciso e definito in ogni sua singola parte.

Si tratta infatti, per l’uomo, della sua presa di coscienza di qualcosa che esiste già ma che non è ancora percepibile dai suoi sensi. Sensi che, attinenti alla coscienza (proiettata sulla fisicità), si limitano a percepire ciò che è concepibile.

Tutto il resto rimane patrimonio delle congetture.

Solo sperimentando una realtà diversa l’uomo può rendersi conto che esiste una realtà diversa; oltre la portata dei suoi sensi fisici; e del suo concepire.

Concepire oltre i sensi, per appurare una nuova sensibilità, può appartenere all’uomo che si sveglia vivo in una realtà di diversa consistenza dove la vita si esprime sui parametri che la “nuova” sensibilità percepisce. Appartiene all’ uomo che sa riconoscere, accettare, accertare e vivere una parte più sottile del suo essere, quella essenziale che non muore mai. Appartiene all’uomo che concepisce d’essere immortale.

L’immortalità attiene alla vita oltre la morte, in un regno (dimensione) dove la morte non esiste perché l’uomo ha ormai superato la lezione della fisicità e della formazione della coscienza relativa.

 

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