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Ignoranza

7 dicembre  2003

Tutto appare a chi sa coglier oltre il velo dell’ignoranza.

Ignoranza che è non conoscenza che separa da una realtà più sottile così vicina, così incredibilmente vicina, che è assurdo che non venga notata o percepita. Talmente assurdo che non può più perdurare.

Anche perché, apparendo l’invisibile, è opportuno che lo si conosca per non incorrere in spiacevoli e fastidiose esperienze.

Per non essere impreparati verso ciò che il domani riserva in funzione della evoluzione della Terra. 

Terra che, cambiando frequenza, produce una vibrazione che “apre” alla vista ciò che è invisibile in quanto non ha consistenza fisica. E che “si trova” in una fascia vibrazionale percepibile solo attraverso una applicazione continua mirata verso tale stato.

La fisicità dell’uomo va a trasformarsi perché deve adeguarsi a tale nuova specifica vibrazione.

Questo comporta vedere, sentire e percepire ciò che normalmente è oltre la cosiddetta cortina energetica che separa due diversi tipi di realtà.

Mentre esistono individui alla ricerca di questo tipo di percezione (cercano infatti di svilupparla attraverso impegno ed esercizi e possono avere come sfondo anche la spiritualità), la maggior parte degli uomini è all’oscuro di questo genere di cose. Anzi le teme a causa di dogmi, tabù e quant’altro che, legato all’oltre, fa da specchio all’atavica paura della morte.

Percepire suoni, colori, sensazioni molto forti (quasi a livello fisico quando nulla di tutto ciò dovrebbe essere possibile), non è sicuramente piacevole; è invece finanche sconvolgente.

Così come vedere ciò che per antonomasia dovrebbe risiedere nel regno dei morti, è parimenti qualcosa che provoca shock anche nei cosiddetti duri perché avvezzi a tutto.

E non è tutto. Perché credendosi attaccati, perseguitati, si diventa preda di una ossessione crescente; si scambia una realtà energetica come se fosse fisica con quello che ne consegue.

Non si tratta quindi di semplici paure. Possono venire fuori vere e proprie psicosi tendenti alla degenerazione a livello collettivo se manca chi, pronto e preparato, può dare sufficienti e necessarie spiegazioni.

D’altro canto e per fortuna ci sono ormai, sparsi sulla Terra, migliaia di individui con un grado di consapevolezza adeguato ad istruire tanti, tantissimi, che approcciano questo nuovo tipo di realtà.

Proseguire nel cammino costringe a misurarsi e non ad estraniarsi. E visto ciò verso cui si va incontro, gli interessi non devono più essere personali e proiettati verso l’attuale realtà.

Bisogna invece sorreggere proprio questa realtà ad integrarsi in una transizione globale se veramente si è capito dove si va.

Ed il lavoro va fatto ora: perché la trasformazione devono farla gli uomini mentre sono uomini; mentre vivono nella loro realtà ed agiscono per determinare la loro esistenza.

Rimandare o attendere avendo certezza che tanto il cambiamento dovrà per forza avvenire, non è confacente all’essere nuovo che dovrà agire in Terra.

L’uomo nuovo, questo nuovo essere, deve possedere capacità strutturali in sintonia con una Terra che si trasforma. E poiché in fondo si tratta di acquisire consapevolezza di ciò che già c’è, c’è tempo sufficiente per il risveglio e la repentina trasformazione di tanti altri che andranno a far parte della catena ascensionale.

Anche perché questi saranno agevolati proprio dalla Terra che con la sua nuova vibrazione apre sempre più le porte del sottile; dell’energia sottile, del regno dell’oltre.

Ecco quindi che la conoscenza gioca un ruolo fondamentale. Ma per far sì che divenga consapevolezza, bisogna lavorare praticando, costruendo e sigillando questa nuova realtà.

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