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Germoglio 28 agosto 2004
Adeguare
se stesso è la difficoltà di chi non si rende ancora conto di essere
cambiato; di chi per questo stenta a trovare la naturalezza che gli
consente di esprimersi agevolmente nella sua nuova condizione. La
parte più semplice è quella che maggiormente crea difficoltà. Il
ricordo del “vecchio” (lo stato d’essere acquisito nel tempo) stenta
a cedere il passo a ciò che ora effettivamente si è. Lo
stato d’animo (il modo di porsi) blocca. Blocca il fiorire di ciò che
solo la costanza nell’applicazione rende sempre più evidente che è
ormai parto avvenuto. Il
bambino (il nuovo essere) è. Però
questo va concepito dall’uomo, da chi deve ospitare il bambino; ospitare
e non affossare nella vecchia e scontata terrenità. Non
bisogna commettere l’errore di rifuggire (per paura e mancanza di
riferimenti) ciò che si è creato. I
nuovi riferimenti non potranno mai verificarsi se il rifugio resta il
vecchio modo di essere e di porsi; se non si lascia invece libero accesso
al flusso energetico che da solo provvede a veicolare ciò che occorre per
essere in linea con la nuova vibrazione che il pianeta e l’intero
sistema esprimono. Soffermarsi
sulla vibrazione (e comprendere come porsi per essere sempre in sintonia)
è veramente importante. Essere
in sintonia consente infatti di accrescersi di tutte le potenzialità in
arrivo che rischiano di non venire accolte vuoi per paura, vuoi per
mancanza di conoscenza, vuoi perché sempre distratti da ciò che accade
“intorno”. Intorno che a sua volta sta pesantemente subendo quello
verso cui non ha la minima preparazione. E
forse è più corretto dire: “intorno” che va pesantemente a subire ciò
su cui non ha la minima informazione. Gli
aspetti da considerare sono notevoli e collegati. In
virtù e funzione dell’evoluzione planetaria è semplice restare
ancorati al cambiamento senza subirlo; anzi essendone esecutori. L’esecuzione
di un processo è valida quando chi l’esegue ne è consapevole ed agisce
coscientemente per agevolarne la sintesi anche in se stesso. Questa
sintonia, tra esecutore consapevole e processo in essere, appare sempre più
evidente quando più ci si rende conto che (se si vuole) è più difficile
perdere il contatto (l’allineamento) con la nuova vibrazione, piuttosto
che tenerlo. Perché il contatto è il logico frutto di lavoro già
svolto: germoglio che a sua volta può produrre frutti.
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