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Fratelli

15 febbraio 2004

Fratelli della Terra noi ci siamo. Pronti, attivi alla bisogna. Pur se il nostro mondo non si vede, sempre noi con voi collaboriamo.

Fratelli delle Stelle noi ci siamo. Pronti, tutti uniti alla bisogna pur se ancora noi non vi vediamo.

Ciò che accade a Terra ci compete perché ci coinvolge da vicino.

Il nostro è stato un popolo guerriero che s’è poi trasformato in contadino.

Non fu codesta scelta una prigione bensì la ricompensa ad un cammino.

I campi che ora coltiviamo son detti della transizione.

Chiunque muore in Terra qui dimora e qui deve capire che ha un ruolo.

Chi s’appresta verso il nostro mondo, al volo viene intercettato. Che l’indole guerriera in noi pervade e l’esser contadini non ci piega.

I nostri son confini assai importanti, temuti e pure vincolanti.

Anche da noi si passa ad altro mondo. Pertanto chi lo fa ritorna in Terra. rinasce in una nuova condizione per poi dover rifar la transizione.

Prima però deve progredire. Capire innanzitutto che non muore se egli qui può ancora ragionare.

Comunque tutto questo poco importa se vengono stravolti dei valori.

Anzi ci si deve organizzare perché anche per noi l’evento è grande.

Se Terra muta aspetto e condizione, c’è pure in noi una trasformazione. E ciò che prima era importante, s’annulla nella nuova condizione.

Lo scudo protettivo che noi siamo è l’energia che, vivendo, sviluppiamo.

La nostra vita, e ciò che coltiviamo, avvolge Terra e la configura. Perché impedendo all’etere d’entrare permette vita in Terra su misura.

Se mancasse codesta protezione tutto si sfalderebbe in un baleno perché non adeguato a supportare ciò che il cosmo esprime oltre la sfera.

Pure noi ci dobbiamo tutelare ma avviene in maniera naturale.

Restando uniti infatti a controllare formiamo un cuscinetto d’energia (nei campi che coltiviamo) anche con chi, morto, (venendo qui da noi e proprio perché deve migliorare) opera e si rende conto che a Terra può tornare per “aggiustare” o anche per poter rifare ciò che non era stato capace d’attuare.

Ma l’attenzione qui è tutta verso Terra, sia nostra sia di quelli che accogliamo. E questo, se da un lato non disperde l’energia, dall’altro non consente a noi di progredire. Non siamo aperti all’oltre oltre di noi perché ci manca il filo conduttore.

Però da sempre attenti al vostro mondo, non ci sfugge la vostra percezione.

E questa che è energia di rimando c’informa della prossima ascensione, con nostro grande rischio di estinzione. O di coerente approvazione se contribuiamo al cambiamento; che il fondo esprime ciò che concepiamo: la morte non esiste perché noi siamo la prova comprovata che esistiamo.

Questo ci fa dire apertamente facciamo assieme questo viaggio nuovo.

Uniti si diventa più coscienti e noi abbiamo tanto da spartire. Ma abbiamo anche da prendere e capire ciò che già da voi tanti han concepito.

E questo è bello perché ci fa fratelli in un viaggio di speranza che è certezza se anche noi lo supportiamo integrandolo con la nostra energia.

Del resto ciò che sta per accadere impone questo ed altro ancora.

In fondo siamo frutti in un pianeta che si chiama Terra e si trasforma.

E se si trasforma Terra pure noi possiamo. Anzi dobbiamo.

Anzi dobbiamo per non restare invischiati in un processo del quale, oltre a non averne il controllo, se ne ignora la finalità. Finalità che, se chiara, permette d’agire in sintonia cercando di aderire il più possibile col nuovo, così da essere in linea con la trasformazione stessa della quale si diventa parte integrante ed integrata nell’insieme.

In pratica occorre fondersi per dare vita al nuovo, così che il nuovo abbia caratteristiche idonee a vivere in una Terra trasformata e ben consapevole di non dovere più morire per concepire che non si muore.

E se non si muore, se non si muore più per dover nascere ancora, allora viene anche meno il nostro ruolo e lo scopo per cui siamo.

Essere “maestri” nei confronti dei morti che devono rendersi conto d’essere vivi ed aiutarli a programmarsi per verificare, non serve più se si è oltre la morte.

Così come non serve l’operato umano che non è più funzionale ad una vita che si modifica, in virtù della Terra che si trasforma.

Se la proiezione è verso la luce, allora bisogna agevolare questa trasformazione. Unendo forze e capacità. Richiedendo apertamente l’aiuto dei fratelli maggiori che sono in grado di indirizzare, agevolare e dare chiare indicazioni per farci uscire da un groviglio che viceversa ci imprigionerebbe danneggiando anche il passaggio stesso che la Terra sta compiendo.

Quando si chiede di essere aiutati l’aiuto arriva. Specialmente quando viene richiesto l’aiuto superiore.

Fratelli della Terra noi ci siamo.

Fratelli delle stelle noi ci siamo.

Attuiamo uniti questa trasformazione che rende la coscienza un insieme che opera all’unisono.

Un insieme che opera all’unisono noi sappiamo già esserlo bene, perché questa è ora la nostra condizione.

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