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L'esperienza della luce 2 ottobre 2003
La luce si differenzia (ondulatoria – corpuscolare, tempo – spazio) perché l’osservatore la vede tale. L’osservatore la vede tale perché, dovendo sperimentare la luce, la deve considerare nei due aspetti che sembrano contrapposti perché manca a lui la visione unica. Dovendo infatti considerare l’azione sia dall’interno sia dall’esterno della stessa, gli manca la sua centralità, condizione che gli consentirebbe di vedere la luce come unità non più differenziata. Guardare dall’interno significa partecipare non capendo di essere l’artefice della azione; guardare dall’esterno significa avere chiara la visione ma senza la possibilità dell’intervento diretto perché presente in una condizione diversa. L’osservatore diventa attore ed anche regista della sua azione solo quando, presenziando consapevolmente, influisce in un cambiamento che vuole determinare. Questo vuol dire avere capacità sulla luce, e pertanto sulla materia, perché ne comprende la struttura sottile che va oltre la disposizione tempo spaziale. E può farlo perché, avendo unificato la sua luce, quindi il suo essere fisico con il sé che è oltre la fisicità, può agire con coscienza e capacità su ciò che prima (perché vedeva o ipotizzava da un’unica prospettiva, quella interna all’azione) inficiava soltanto perché agiva senza conoscere gli aspetti ed i parametri della azione che doveva condurre perché noti solo all’uomo non – fisico (che egli stesso era in una sua condizione diversa ma che non gli dava la facoltà dello intervento diretto sulla materia). Unendo i due poli (uomo fisico con uomo energetico) ecco venire fuori una nuova coscienza, una nuova forma di vita uomo che agisce su basi di consapevolezza acquisita che gli consentono di essere oltre la sua stessa fisicità pur facendone parte. Come a potere usare la parte fisica per determinate necessità dandole comunque atto di essere coscienza che partecipa e presenzia alla azione in base a sue caratteristiche e capacità. E dando parimenti la capacità alla parte energetica di acquisire consapevolezza partecipando direttamente all’azione, forte delle sue caratteristiche sottili che già sa estrinsecare su piani di vita diversi e non ancora possibili alla fisicità. Tale fusione, tra fisicità ed energia più sottile, determina la capacità dello osservatore di sapersi spostare a suo piacere dove meglio crede perché, consapevole di essere luce, usa la luce nei suoi due aspetti differenziati o nello aspetto unificato che può iniziare a sperimentare direttamente. Come uomo in Terra con capacità connesse a questo suo nuovo stato che porterà gradualmente la materia a concepirsi come energia (perché anche se la materia è già energia, la materia questo non lo sa poiché non ne ha consapevolezza), come luce, luce cosmica. Concepire di essere pura luce non è semplice se prima non ci si unifica incorporando in sé il tempo e lo spazio, lo stato ondulatorio e quello corpuscolare, e questo può farlo l’uomo fisico che deve crescere accrescendosi dell’altra parte di sé, quella energetica che sfugge al suo controllo. |
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