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Diversi 10 febbraio 2004
Ci
si sveglia un mattino e si scopre d’essere diversi. Percettivamente
diversi. Un
mattino, perché l’attimo prima era sera. Ci si sveglia perché si
comprende bene che lo stato precedente non era di veglia. È
successo qualcosa. Qualcosa che rende diversi in un ambiente di diversi.
Ma paradossalmente a proprio agio perché fa parte della propria natura.
Nuova natura non più soggetta a leggi fisiche gravitazionali. Ci
si spoglia del corpo in un nuovo corpo. Si scopre la vita “oltre” la
vita. Questo
fa sì che ci si fermi a riflettere sul perché delle cose apparenti e
come le stesse abbiano un compito da svolgere in un processo che coinvolge
più strati della “materia” senza che ce ne si renda conto. Anche
perché la natura fisica non lo prevede. Non è possibile infatti cogliere
con organi fisici ciò che va oltre la sensibilità per cui gli stessi
sono tarati. Non
si coglie l’invisibile perché non si hanno sensi idonei a recepirlo. L’invisibile
esiste perché non si ha capacità di “afferrarlo”. Ed indi
concepirlo. Non
si avevano, perché nella nuova condizione tutto cambia. È cambiato. Ed
appare ciò che prima si temeva, o si sperava: l’ultrafisicità. Extrafisico
che non è ancora extraterrestre. Si sta solo visitando l’aldilà. Aldilà
che appare per spiegare la vita oltre la morte fisica. E come invece non
muoia l’energia psichica che coabita nel corpo fisico, anche se alimenta
solo una relatività più sottile rispetto a quella umana. Uomo
fisico e uomo psichico coesistono in realtà parallele le cui strutture
attengono alle loro funzioni associate poiché frutto di determinati
interessi. Per
poterlo verificare si potrebbe anche pensare di scindere il male dal bene.
Ma questo sarebbe un errore; un grave errore nei confronti di una
struttura che, diversa da quella umana, viaggia su parametri del tutto
diversi; ed anche inconsueti. Questa
struttura, associata all’uomo psichico, non è indenne da interferenze
umane. Anzi si alimenta delle stesse per sopravvivere. Ciò
non toglie che i punti di vista siano diversi. Come diverso è il modo di
vivere e concepire la vita. La
libera esperienza è alla base di tutto. Anzi diventa necessaria per
potersi esprimere. La
sofferenza è dovuta dal modo di contrapporsi nei confronti di una cultura
che fa di bene e male gli antipodi della struttura stessa. Così che ogni
cosa abbia necessità di trovare un equilibrio per avere corretta
collocazione. Ma dovendosi equilibrare da sé perché, prodotta
dall’uomo psichico, vive in funzione dello equilibrio che lo stesso
trasmette poiché così concepisce. Nella
struttura umana (soggetta a regole morali, etiche e religiose e poiché la
azione non ha la immediatezza propria dell’uomo psichico) gli
equilibri sono concause di valori associati agli opposti. Come
dire che l’unicità determinerebbe la fine del mondo fisico in quanto
non più utile per esprimere funzioni la cui natura si scontrerebbe col
principio dell'unicità. A meno che non cambi la coscienza, riassorbendo
così ciò che nella dualità fa apparire bene e male come opposti che per
identificarsi devono lottare. Tutto
questo non è necessario. Anche perché nella struttura psichica il valore
base è l’immortalità. Cosa che necessariamente pone la vita sotto una
luce diversa dove ogni esperienza è lecita al fine della conoscenza. L’apparente
scontro etico (e per certi versi quasi aberrante nei confronti di morale,
dignità, religione, rispetto e tutto ciò che ha significato nella
concezione umana riguardo ai sentimenti) trova scarsa sensibilità nella
struttura psichica. Ed infatti, poiché è importante esprimersi
liberamente, il concetto Amore viene vissuto in modo diverso. Perché
diversamente concepito. Amore
è libertà di poter fare tutto sempre senza timore di arrecare danno
alcuno poiché tutti immuni da qualsivoglia limite, stortura o incapacità
nel creare una realtà su misura per la propria libertà. Ed in funzione
del proprio modo di concepire. Ecco
che allora realtà fisica e realtà psichica, coesistendo parallelamente
si imprigionano a vicenda e, mentre quella fisica (conscia per l’uomo
fisico) deve sottostare a spazio – tempo e dualità, quella psichica
(inconscia per l’uomo fisico) si può manifestare solo quando la vigilità
dell’uomo abbassa la guardia e consente il venir fuori di tutto ciò che
in apparenza sembra anche in contrapposizione col proprio stato
d’essere. Contrapposizione
apparente comunque perché alla base questi distinguo non esistono. O per
lo meno ci sono solo perché i condizionamenti ne determinano la
consistenza. Oltre l’oggettiva impossibilità per l’uomo fisico di
agire nella maniera, e con l’immediatezza, tipica dell’uomo psichico. Valori
e contraddizioni sono dunque aspetti di una relatività propria anche
dello osservatore che, giudicando, esprime ciò che sente attribuendolo
poi all’altrui personalità. Ma
così non è perché infatti ciò che si determina è soltanto un tipo
diverso di dualità dove fisico e psichico devono raggiungere un
equilibrio atto a configurare l’uomo nuovo. Un nuovo essere capace di
interagire, ed anche agire, in una realtà che modificandosi modifica
l’ambiente ed i sensi con cui diventa normale il concepire. Tutto
in funzione di un passaggio dimensionale che apre porte oscure e rende
evidente ciò che prima, nascosto alla coscienza dell’uomo fisico, aveva
necessità di dover vivere, attraverso l’uomo psichico, in una zona
preclusa alla vigilità. Essere
vigili diventa ora una necessità. Esserlo sempre non può che unificare
due realtà fondendole in un insieme dove chi lo coglie è già un essere
totalmente rinnovato. |
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