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Cursore 25 settembre 2004 L’uomo
è un cursore in equilibrio tra due mondi, il fisico e l’eterico. Si
espande nel fisico ed aspira all’eterico perchè la sua condizione
glielo impone. Vive da sveglio nel fisico e viaggia, quando dorme,
nell’eterico. Ha una coscienza di veglia ed una di sonno. Coscienze che
non interagiscono e che sottendono a fini specifici. Una si occupa
d’acquisire esperienze nella fisicità, l’altra nell’ ultrafisicità. Quando
queste coscienza si incontrano è perché avviene uno sbilanciamento.
Un’esperienza molto forte vissuta dall’una scuote l’altra e la rende
compartecipe nella misura in cui fa proprio ciò che le è pervenuto a
livello emozionale; intuitivo emozionale. Le
due coscienze esprimono lo stato d’essere e di vivere la vita in
funzione dell’ambiente in cui operano. Ambiente necessario alla
coscienza per essere, e senza il quale la coscienza stessa dovrebbe
assumere caratteristiche diverse. La
coscienza si modifica in funzione dell’ambiente e modifica l’ambiente
con cui interagisce. Lo costringe a prendere atto di lei, un interlocutore
apparso sulla scena. La
coscienza fisica che s’identifica nell’ambiente ne assume anche la
connotazione e quindi presenta caratteristiche relative a ciò che
dell’ambiente concepisce. Può (e riesce a) operare solo ed
esclusivamente nell’ambiente che le è connaturale. Tutto il resto non
le appartiene, anche se rappresenta la parte sostanziale della realtà;
quella invisibile (che è tale) perché sfugge alla sua percezione
incentrata sulla fisicità e propria (invece) di quella coscienza che vive
quando l’uomo dorme. E che comunque è sempre uomo che vive in modo
diverso una sua parte di vita che lo prepara a ciò che (egli) sarà una
volta abbandonato l’involucro fisico. Quando cioè si renderà conto di
essere stata un’interfaccia non attivata con la coscienza di sonno, alla
quale (per questo) deve cedere la sua conoscenza che (assorbita) va a far
parte in maniera molto relativa (e quasi simbolica) di un mondo che non
concepisce perché non esprime l’ ambiente che lei conosce. Costretta
quasi a dover sognare per raffigurarsi la realtà (fisica) ormai perduta,
questa coscienza vive all’interno dell’altra (quasi) ribaltando i
ruoli. Così da diventare coscienza oltre la (già) non fisicità, propria
di quella che (quando era in Terra in un corpo fisico) era coscienza di
sonno. Diventando quindi parte nascosta per la coscienza viva
nell’eterico, ed aspirando a poter ritrovare il suo vero ambiente
(fisico) ormai irrimediabilmente perduto. La
dualità nelle coscienze (dualità con vita propria relativa ad ognuna) è
loro necessaria al fine di concepire d’essere due parti di un’unica
entità: l’uomo sveglio e contemporaneamente vivo sia nel fisico sia
nell’eterico. Questo
compito (essere contemporaneamente sveglio nel fisico e nell’eterico così
da potere agire “fisicamente” come coscienza unica contribuendo alla
formazione di uno stato di coscienza nuovo capace di operare nel nuovo
ambiente che così si viene a determinare) è compito dell’uomo che vive
sulla Terra ora. E che si ritroverà sveglio sul piano eterico e non più
costretto a rifugiarsi in una parte remota della coscienza stessa per
aspirare ad un futuro (a lui) propizio. Entrando
infatti la Terra a far parte del sistema solare ad un livello più
profondo che le consente di essere presente (contemporaneamente presente e
quindi con coscienza e capacità) sia sul piano fisico sia sul piano
eterico, si attua una fusione dimensionale che conclude un ciclo ed
immette dove è sempre giorno perché si può essere sempre se stessi.
Esseri capaci in grado di provvedere alla evoluzione spirituale di quelle
forme di vita che, come coscienza, devono iniziare ad apprendere la via
del ritorno verso casa, quella coscienza unica verso cui tutto aspira.
Coscienza verso la quale aspira anche l’intero sistema solare; perché
la profondità raggiunta dalla Terra nello stesso (nella coscienza solare)
è ancora parte di un cammino basato sulla luce; sulla sua essenza, e
sulla sua creazione. E
l’uomo
(l’uomo nuovo rinato a se stesso nella sua coscienza ed alla sua
coscienza), essere
immortale capace di esprimere datività (perché
lascia il piano egoico divenendo essere stellare che deve apprendere
l’elargizione dello Amore con Saggezza),
abitante di una Terra che s’affaccia veramente all’universo
(cade infatti il velo che non permetteva alla Terra di vedere e
considerare l’altra parte di sé con una sua propria coscienza, e quindi
esatto specchio di ciò che succede all’uomo, ed anzi succede all’uomo
proprio perché la Terra va ad esprimere questo stato d’essere),
può (nel
dedicare la sua opera ai piani di coscienza che abbisognano della sua
opera di essere capace di donare ed istruire a livello sottile) espandersi
in universi paralleli che racchiudono e rappresentano l’ambiente ideale
che consente lui (ed
alla sua nuova coscienza) di
essere ed agire.
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