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Ascensione 31 gennaio 2003
Ascensione è uniformarsi alla propria interiorità con coscienza. È essere presenti dove la vita esprime continuamente il suo ruolo d’interprete universale del pensiero divino. La
mediazione che avviene tra il pensiero e la sua interpretazione, è la
vita raffigurata da chi ne coglie il senso in base alle sue capacità.
Capacità che dipendono dallo stato di coscienza raggiunto e dalle
aggregazioni che il pensiero, mediato, riesce ad esprimere come contenuto. Il
pensiero in sé potrebbe già essere assoluto ma, qualora lo fosse, non
potrebbe esprimere soltanto un universo, per esempio. Nel
pensiero c’è la capacità di chi (lo rappresenta perché) lo fa suo in
base al suo modo di intelligere e sentire. Anche un pensiero molto elevato
resta piccola cosa, o addirittura passa inosservato se, nel suo tragitto,
non trova terreno fertile per attecchire. La
provenienza del pensiero è, se vogliamo, l’enigma più grosso da
chiarire. Perché non è sufficiente manovrarlo (il pensiero) ma bisogna
comprendere da dove proviene a livello di intuizione, percezione o
addirittura di chiaro ascolto di un concetto. La
mente umana non è all’altezza di elaborare oltre il suo grado di
comprensione perché, se le sfuggono i parametri necessari, non ha nulla
su cui attaccarsi. Questo
costituisce, è vero, un limite naturale della mente, ma anche il
presupposto per non volere – potere andare oltre quando l’uomo è
immedesimato nella sua sola realtà fisica. Il
concetto su cui si basa la mente deve possedere un’intrinseca logicità
perché, viceversa, l’approccio è difficile se non addirittura
impossibile. Ogni
qual volta un approccio di natura extrafisica coinvolge l’uomo,
puntualmente la mente rifiuta, ma la coscienza, poiché interpellata, si
apre. Questo
rapporto mente coscienza rispecchia bene la dualità che condiziona e
caratterizza il genere umano. Esso, infatti, non può assumersi compiti
che vanno al di là di una certa struttura e condizione, proprio perché
non è ancora riuscito a fondere la logica con l’ intuizione, volendo
attribuire alla mente la facoltà logica ed alla coscienza quella
intuitiva. Mente
e coscienza sono la doppia condizione che esamina un pensiero. Il
pensiero, qualunque esso sia, ha la facoltà di innescare un processo
d’analisi che, piccola o grande che possa essere, coinvolge l’uomo nel
suo stato mentale o emozionale (rappresentando queste le interfacce che
legano interattivamente l’uomo alla sua fisicità ed al suo assetto
extracorporeo). Ascesa
è la condizione di chi, fatto il passaggio, effettuata la fusione,
diventa ciò che normalmente risiede oltre la logica del ragionamento e
dell’emotività, avendo ormai superato la barriera che separa
energeticamente il flusso della propria continuità dimensionale di
appartenenza. Come
dire che, aperta la porta energetica che permette la fusione, si è nella
contemporaneità di un nuovo flusso che permette di essere sia organicità
(e quindi uomo), sia chi dello uomo è l’artefice della di lui struttura
e condizione. Come
dire che il progettista diventa egli stesso interprete del suo prototipo,
avendo ormai verificato che tale prototipo è in grado di supportarne la
potenza e la funzione. Con la logica conseguenza, da parte dell’uomo,
dell’ascensione ad una condizione normalmente preclusa poiché
pertinenza di un’energia diversa e non compatibile con la coscienza
umana. Compatibilità che avviene a seguito di una metamorfosi guidata e
costante nella sua direttrice perché cammino che permette
l’emancipazione della coscienza per farle acquisire la capacità
dell’anima. Cosa questa, infatti, necessaria allorché avviene la
fusione; perché non possono più coesistere dei piani sfalsati, ma
soltanto l’omogeneità della sintesi. Questa
sintesi, questa nuova sintesi, è l’uomo rinato in terra perché ha
maturato la capacità di ascendere con coscienza (umana e quindi
trasmissibile) dove si crede che lo spirito risieda. In
effetti avviene una trasmutazione energetica molecolare, dove tutte le
parti in causa si modificano prendendo possesso e coscienza di un loro
stato che in precedenza era solo una potenzialità, da verificare e
sperimentare. Quando
la sperimentazione lo permette (perché l’uomo riesce a fare suo ciò
che vedeva come incombente e soprannaturale) ecco che il passaggio è
ovvio e la fusione diventa una condizione naturale. Condizione che
permette qualcosa di molto superiore rispetto alla reciprocità perché si
basa sulla presenza contemporanea in stati d’essere che, a se stanti
sono dimensioni parallele e confinanti, ma una volta fusi, determinano il
nuovo stato d’essere uomo. Uomo con capacità di coscienza consapevole
del suo stato; e di quanto deve attuare per modificare la sua materia di
provenienza permettendo ulteriormente la ascensione dello spirito dalla
carne. In
effetti, essendo tutto pensiero divino, è normale che qualunque energia
abbia in sé la essenza, quella stessa essenza che ascendendo appare per
come in fondo è: totale ed assoluta.
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