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Animo nobile 10 ottobre 2004 Un
animo nobile sposa spesso una causa che lo porta oltre i confini dell’
ordinario ed a ridosso di traguardi che sembrano non interessare i più. Sembra
quasi che certi esseri debbano percorrere sentieri particolari dell’
esistenza proprio perché in possesso di una grande anima. Come se una
grande anima, possedendoli, si incarnasse per svolgere un compito
particolare. Come se, essendo necessario compiere un compito particolare,
occorresse chi, con requisiti idonei, fosse nella capacità di interpretare
un ruolo ben preciso. Quando
capita, ciò è stato concordato su un piano (dimensione) che svolge tale
attività ed assegna ruoli determinati. Reincarnarsi
da vivi in Terra è compito di chi per questo ha richiesto aiuti e
protezione al suo essere interiore ed al mondo invisibile in generale che,
accogliendolo, gli da la possibilità di agire in piena coscienza nella
consapevolezza che il “nuovo” cammino riguarda l’insieme e non
l’egoicità. Reincarnarsi
in Terra non è da tutti ed occorre avere ben chiara la via da percorrere
per aderire ad un progetto di insieme dove l’insieme non riguarda il piano
terreno soltanto. Il
nuovo piano di sviluppo della Terra prevede un innalzamento di coscienza e
proprio per questo offre la possibilità agli uomini di potersi reincarnare
da vivi senza dover morire. Senza dover più morire poiché, rinati (e vivi
e presenti) sul piano della trasformazione animica (dove le anime prendono
coscienza delle loro possibilità da dover estrinsecare nella materia –
Terra) possono coordinare diversamente la loro azione trasformando anche il
corpo per meglio procedere all’insegna della nuova realtà. La
fisicità ed il mondo eterico si fondono per dar vita ad una coscienza
unificata capace di padroneggiare su entrambi (prima divisi da una cortina
densa, alone per la Terra e per/e nell’uomo, di energia necessaria per
evitare intrusioni ed interferenze nei confronti di coscienze non pronte). Cortina
necessaria, ma anche determinata proprio dalla mancanza di uniformità di
questi due mondi che con il loro essere (con il loro quindi diverso modo di
essere energia e di vibrare) generavano in maniera automatica delle
“protezioni” che assemblandosi costituivano la zona “fisico
energetica” di questa membrana. In
pratica viene meno uno schermo divisorio che, velo davanti agli occhi fisici
dell’uomo e della Terra, non lasciava vedere all’uomo la sua vera
identità, ed alla Terra la sua appartenenza ad un mondo interstellare di
cui il Sole (del sistema del quale la Terra fa parte) è invece consapevole. La
trasformazione di solito è un processo lento (anche perché viene misurata
coi parametri del tempo lineare che l’uomo conosce ed interpreta), ma è
anche un processo immediato se la consapevolezza lo consente. Se
si parte dal presupposto della contemporaneità d’azione su piani diversi
(nel senso che ciò che succede in Terra è contemplato nel piano che ne
determina il costrutto e l’esecuzione, e dovendo quindi considerare ruoli,
condizioni e consapevolezza, anche relativa, nell’azione) allora è
evidente che la reincarnazione in terra equivale (ed anzi la supera poiché
affrontata nelle difficoltà che la materia impone, e non nella ipotesi che
il progetto presuppone) all’assunzione di un incarico da parte di un animo
nobile (con relativa ratifica da parte di chi ne avvalla l’esecuzione
rendendosene garante poiché il suo piano e la posizione nel piano gliene
danno facoltà). Ecco
che allora la vicinanza col proprio essere più profondo (che è a contatto
con profondità diverse nell’universo rispetto a ciò che la fisicità fa
percepire) non può che generare (nel tempo e con la costanza che la causa
scelta merita per essere portata avanti) un’identificazione con lo stesso
essere che meticolosamente ne cura l’esecuzione istruendo e partecipando
all’attuazione di quanto sulla terra deve necessariamente avvenire. Non
dovendo con ciò considerare il tempo lineare che la Terra vive come un
vincolo sostanziale poiché dilatabile (anche se in modo limitato) per
consentire varianti (piccole varianti) ed assestamenti dovuti alla capacità
ed al libero arbitrio di chi deve riuscire ad identificarsi nel suo essere
più profondo per consentirne la manifestazione. Tutto
ciò fa comunque parte della presa di coscienza, da parte dell’uomo, di
sue capacità recondite che vengono alla luce proprio perché viene alla
luce (e quindi partecipa all’attività che l’uomo svolge in Terra) un
essere di luce che prima poteva solo spronare verso nobili ed alti ideali.
Ideali per i quali l’ umanità deve percorrere una traiettoria per
riconoscersi come agente unico di un progetto stellare che vuole la Terra
facente parte (attiva e costruttiva) delle astronavi di luce che percorrono
la galassia per uniformarla alla coscienza universale. Ed
in questa astronave ci sono gli uomini, i nuovi uomini che hanno la capacità
di viaggiare tra i mondi oltre il tempo e lo spazio (fisico e terrestre)
perché fusi ed identificati in una loro interiorità che li interconnette
con la profondità che l’universo esprime poiché loro la possono
supportare.
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