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L'anima trasmette, la coscienza riceve 31 ottobre 2003
Concepire
è una qualità che l’anima trasmette alla coscienza. La
capacità di concepire è in funzione ed in relazione a quel che si è a
livello intimo, interiore; quella parte di sé, la coscienza, che se si
pone all’ascolto sa sentire l’anima. La
voce interiore che parla alla coscienza è tanto più chiara quanto meno
sono le interferenze che la mente pone, quasi a voler dibattere su ciò
che invece deve solo essere assimilato, concepito. Concepito per fare sì
che produca opportuna capacità in chi, ricevuto il messaggio, ha il
privilegio – compito di eseguirlo. E sicuramente non si tratta di un
onere ma di un onore perché infatti, così come non è facile sentire
direttamente l’anima, quando succede è per motivi molto importanti;
motivi che riguardano tanto la coscienza singola quanto la collettività
perché compito dell’anima è trasmettere messaggi universali atti a
migliorare le condizioni generali di vita a livello generale. Riconoscere
di possedere una coscienza non è semplice ed ancora più complesso è
arrivare all’anima. La
presenza interiore che ognuno possiede è inficiata e distorta
dall’attenzione che l’uomo pone verso una realtà tutta rivolta e
proiettata verso l’esterno di sé. Del
resto è anche logico che sia così, proprio perché saper riconoscere
l’anima deve rappresentare il premio ad un lavoro svolto e portato a
conclusione. Solo
attraverso la pratica diretta si può riuscire a districarsi da un caos
apparente che fa concepire di essere uomo composto da carne e mente; mente
che sovrasta e sovrintende alla carne. Per
fortuna, ma proprio per il lavoro che si compie dovendo ricercare la
propria vera identità, c’è il risveglio, prodotto dall’anima, che
spinge la coscienza ad autoesaminarsi per scoprire e concepire le parti
che la compongono. Poco
per volta ego, mente e coscienza si dividono. I ruoli appaiono chiari e si
delinea il vero comportamento da seguire. Succede
che l’anima, scendendo direttamente in campo perché ascoltata, può ben
specificare il da farsi ad un ego non più distratto dalla mente, o
sbilanciato dalla coscienza che non riesce a trovare il suo equilibrio.
Ego e coscienza si fondono perché in effetti si esaurisce il compito
della coscienza non più necessaria come filtro per il risveglio e
l’ascesa ad un piano dove la mente è tutt’altra cosa e l’uomo
invece pure. L’uomo
che incorpora in sé ego e coscienza ha consapevolezza piena del suo
stato. È oltre lo stato mentale soggettivo ed accede alla condizione di
guida perché tale diventa il suo compito nei confronti di quanti potranno
seguirne le tracce per realizzare, a loro volta, l’ascensione ad una
condizione di spirito incarnato. Cambia
il mondo perché si evolve la Terra, cambia l’uomo perché si evolve in
coscienza e cambia il corpo perché acquisisce coscienza. Gradualmente e
proporzionalmente quindi c’è un’ascensione generale per ciò che
concerne Terra, uomo e carne ed il nuovo equilibrio determina forme di
vita nuove perché, mutando l’ambiente dove si vive, possono anche
mutare uomo e carne. Anche perché, per potere vivere in una Nuova Terra
ascesa a nuove condizioni, occorre avare requisiti idonei e corpo adatto. Ciò
che prima costituiva una ricerca verso l’autorealizzazione diventa ora
percorso per un’ascensione di massa, anche perché tanti esseri
autorealizzati hanno tracciato piste sicure da percorrere. Il
fatto nuovo per la Terra, questa sua ascensione a nuova vita, è percorso
noto ad altri pianeti ed in fondo anche alla Terra stessa, perché ha
memoria dei suoi precedenti passaggi. Così come del resto questa non è
una novità neanche per l’uomo perché, l’uomo nuovo, l’uomo rinato
nell’anima perché ha consapevolezza di sé, è ben nella condizione, se
vuole, di ricordare tutti i suoi precedenti passaggi che ne hanno
determinato forma, struttura e capacità. Ma
questo non è un aspetto importante; non lo è più perché riguarda l’
evoluzione lineare della specie. Ora si è nell’ascensione dove vita
nuova non può essere un concetto astratto ma anime da salvare. Salvare
nel senso di fornire loro la giusta consapevolezza per aderire ad un piano
di sviluppo generale e così popolare quella Madre Terra che fin qui le ha
condotto e che non vuole restino indietro nell’assestamento che
coinvolge l’intero sistema Solare. Perché chi resta indietro perde una
grossa occasione e sarà costretto ad aspettare un nuovo ciclo o a cercare
di autorealizzarsi, in proprio e da solo. Cosa questa molto più complessa
perché non supportata dal pianeta che, ora, sta compiendo questo suo
sforzo. Pianeta che ascende in consapevolezza anche in funzione di quanti
suoi figli ne appoggiano sforzo ed intenzioni; perché significa che il
pianeta ha ben saputo lavorare nel prepararli a nuovi compiti sulla strada
del benessere collettivo. La
via del dolore cessa perché si apre la via del cielo. Via che passa dal
cielo interiore perché solo ascendendo verso di sé, verso la sua anima,
l’uomo può riuscire a trovare la sincronicità con quel pianeta che,
oltre che da Madre, gli fa anche da vettore.
Pace |
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