Lo spirito e la (nella) carne
16 dicembre 2004
Si spera sempre di poter percorrere sentieri che, qualunque possano essere le asperità che presentano, alla fine consentono di raggiungere obbiettivi di ordine pratico, o di natura spirituale; o entrambi. La vita, vissuta spesso a livello inconscio per ciò che riguarda la ricerca spirituale (e quasi sempre non si sa neppure che c’è una ricerca da fare per crescere, apprendere e migliorare), spinge verso l’esteriorità della manifestazione. Spinge verso l’esteriorità dovendo però constatare che c’è una interiorità che bussa e chiede di essere ascoltata. A livello interiore l’uomo non sa di esistere, lo spera soltanto. Lo spera perché in quest’ambito (nell’interiorità quindi) ripone ogni sua aspettativa legata all’oltre, al dopo morte. Il dopo morte in effetti rappresenta un’incognita per chi in vita nulla, o poco ha fatto per cercare di risolvere il quesito che abbraccia e regola l’immortalità. Morte ed immortalità, la certezza e la speranza. Certezza di dover morire perché così è, speranza di poter continuare nell’aldilà. O di rinascere, ma questo non si sa. Nascere, nascere di nuovo dovendo però ammettere che forse è già stato e così è anche ora e non si sa, oppure rinascere in vita e conquistarsi l’immortalità. Conquista che, frutto di esperienza diretta, da la certezza che così è tanto alla coscienza quanto alla carne. Ma per rinascere occorre pur morire. Occorre verificare se la vita è sogno e quale allora è la realtà. Un sogno che attiene alla notte dell’anima quando decide di poter spiritualizzare la materia con conseguente dissolvimento dello stesso per mancanza di capacità, o realtà che appare già nel fisico a chi riesce a congiungere in Terra la coscienza maturata nella carne con ciò che sempre suo, l’anima, è pure nell’aldilà; nel regno dell’immortalità. Il regno dentro se stessi per chi trova il se stesso che è in realtà. Oltre la morte e l’illusione, dando vita in Terra ad una nuova realtà perché costringe materia e carne a presenziare e partecipare a ciò che, se non conosciuto non può che restare morte. E l’anima si incarna in terra per sperimentare questa realtà. Quando l’uomo però incarna l’anima allora può vivere un’altra realtà; quella che fonda e diffonde se anche la carne lo sa.
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