Entrare dentro 18 settembre 2005
C’è bisogno di chiarire bene alcuni aspetti e per farlo occorre addentrarsi nella profondità del proprio essere. Entrare dentro di sé non è un luogo comune, né tanto meno la necessità di visitare il proprio corpo nella sua struttura interna. Si tratta di esplorare dei mondi paralleli (insiti contemporaneamente all’interno di sé) e capire come mai gli stessi non vengono concepiti né percepiti. La forma umana ha una sua consistenza. Appare però evidente solo la parte più grossolana, quella fisica che, anche se ben definita, è un involucro di passaggio che consente di permanere in un ambiente dove senza la stessa non avrebbe nemmeno senso esserci. L’esperienza sulla Terra è tale perché ( avendo la Terra una sua conformazione) è necessario essere in linea con ciò che si intende perseguire anche attraverso una struttura (fisica per l’appunto) che consenta di manifestarsi per crescere, per approfondire, per prendere e dare; prendere esperienza della forma e dare sensibilità come coscienza. La forma fisica è un’esperienza in atto che consente di esaminare, attraverso il fisico, qualità che invece sarebbero concepibili solo in sintesi. Se è pur vero che la sintesi racchiude in sé il concentrato dei tanti particolari è anche vero che per averne coscienza occorre vivere direttamente da particolare e non in quanto sintesi. Un organo umano è un particolare; la sintesi uomo ha in sé tutti i particolari relativi ad organi, cellule, tessuti e quant’altro ma non possiede la coscienza degli stessi perché infatti è loro. Ecco che allora il corpo fisico va visto come un particolare di un insieme più vasto dove con altri corpi costituisce una sintesi che li ha in sé in quanto sua struttura. E questo mentre l’uomo di carne vive ed opera da uomo sulla Terra. Indubbio che di questi altri corpi all’uomo fisico manca la coscienza. Se vogliamo la possiede a livello inconscio, ma ciò significa che non è sua perché infatti appartiene a chi negli altri corpi vive e svolge ruoli. Accorgersi di essere un insieme di cui si ha parziale conoscenza è molto importante. Consente di approfondire senza pregiudizi ciò che altrimenti è destinato a restare sempre relegato nell’occulto o nella trascendenza. Capire chi si è non è mai stato così importante. Nel momento attuale è necessario prendere coscienza e possesso di una parte più importante del proprio essere; una parte che accomunata alla fisicità rende agevole un cammino altrimenti impervio, pericoloso e destabilizzante per la struttura fisica. Del resto questo cammino è una necessità. Si tratta solo di stabilire come percorrerlo; come uomo o come uomo rinato a nuova vita (sempre nella carnee i Terra) perché capace di addentrarsi in quella parte di sé che, oltre a consentire una consapevolezza diversa, offre adeguati strumenti per essere in linea con il procedere che diventa globale perché accomuna gli uomini sulla Terra. Accomuna in un senso o nell’altro perché di fatto divide. Infatti si va a definire una scissione di coerenza. Se si è in un certo modo (perché questo implica la trasformazione verso cui si va incontro seguendo il tracciato che proprio la Terra propone a chi sa coglierlo nella sua essenza sottile) allora si diventa energia non compatibile con chi sulla Terra continua a tenersi pesantemente addosso una struttura soltanto fisica. Struttura oltretutto destinata a doversi modificare per essere in linea con l’evolvere di un pianeta, la Terra, che come ogni cosa cresce in consapevolezza una volta fatta una certa esperienza. La Terra è in grado di concepire la sua spazialità su basi più ampie rispetto alla semplice constatazione di esistere; di esistere in funzione e virtù del Sole. La Terra è nella condizione di concepire e quindi essere anche una sua struttura sottile che la compenetra e che è collegata a profondità dell’universo non necessariamente raggiungibili o percorribili solo a livello fisico. Questo del resto è sempre stato così. Solo che prima occorreva trascendere per trovare/provare tale stato. Ora non più.
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