Penetrazione

7 aprile 2005

 

Amaramente, ma con soddisfazione, bisogna riconoscere come la sofferenza sia origine e causa di innumerevoli cambiamenti a livello psicologico e spirituale.

La coscienza infatti, sensibile agli stimoli, reagisce cercando di capire e si aggrappa a ciò che le da luce e consolazione.

 

Considerare la luce come elemento di consolazione è improprio perché, apertura che guida alla conoscenza, ha ruolo di prim’ordine nella spiritualità.

 

La luce, proprio per il suo requisito di penetrazione, non si ferma se c’è apertura. E quando così sembra perché ogni spiraglio è chiuso, passa lo stesso in modo sottile. Coglie l’attimo attraverso la sofferenza per insinuarsi tra le pieghe di coscienze troppo radicate in certezze che non consentono di guardare la realtà da angolazioni diverse.

 

La prospettiva della luce segue itinerari ben precisi. Conosce il suo ruolo e si adatta ad ogni ambiente per assecondarne crescita e giusta partecipazione al più ampio processo del quale (proprio tale ambiente) fa parte.

 

Il ruolo della luce è fare chiarezza. Consentire di vedere chiaramente la realtà in funzione del modo in cui si osserva e del perché lo si fa.

Il perché è molto importante e se manca, se non c’è motivazione, quel che si coglie scivola via; anche se in particolari occasioni sembra di aver constatato, osservando, una profondità mai intravista né concepita.

 

La motivazione dunque può essere formale nel senso che si guarda solo perché si possiedono organi atti allo scopo, o perché si indaga per conoscere. Conoscere che in fondo significa capire perché si è.

 

Chi sono io apre a parecchie interpretazioni, ma il perché io sono è la domanda nella cui risposta si trova il senso di sé.

 

Amaramente si può constatare che la sofferenza nulla può quando la chiusura, vuoi per paura, vuoi per ignoranza, vuoi proprio perché tale è lo stato d’essere di chi in quel modo si pone, porta addirittura a sentirsi oppressi e continuamente presi di mira dalla sfortuna che non risparmia pene elargendo traumi e dolori (anche perché è l’individuo stesso ad attrarre ciò che più teme perché in fondo questa è la sua necessità; ed entrare nel merito del Karma non è il caso perché tutti si ha la possibilità del risveglio, della risalita e della crescita qualunque possa essere il punto di partenza nel vestire abiti mortali).

 

La soddisfazione invece arriva quando, capendo il perché della sofferenza non ci si ferma alla rassegnazione ma si inizia il viaggio alla scoperta di sé; del perché si è.

 

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