Essere presenti 12 aprile 2005
Essere presenti è basilare per potere affermare la propria libertà. Per potere liberamente aderire e contribuire attraverso la propria opera a ciò che, indispensabile all’evoluzione, diventa improrogabile impegno da portare a conclusione attraverso possibilità che vengono appositamente accordate. Possibilità che facendo parte della economia generale non generano legami di continuità da bilanciare; legami che anzi proprio la Terra va a cancellare.
Per riscuotere un premio bisogna meritarlo. Non ci sono estrazioni in cui la fortuna premia a caso vincitori. Quel tempo è finito, come finita è la fase dell’attesa, quella in cui la coscienza veniva lasciata a maturare le sue certezze indistruttibili, quelle per cui l’uomo è sulla Terra.
Il cammino fatto dall’uomo alla ricerca della sua identità gli consente delle valutazioni e delle conclusioni.
Detto cammino, basato sulla speranza, doveva produrre delle certezze alle quali la coscienza poteva fare riferimento per attingere valori su cui edificare.
La certezza che non si muore, che l’uomo non finisce con la morte fisica non c’è. Anzi si è ben lontani da questa meta. La certezza che esistono altre forme di vita intelligenti e produttive di conoscenza a livello galattico non c’è. Anzi presuntuosamente (proprio perché quello in Terra è cammino basato sull’ego) l’uomo si reputa, dopo la divinità, l’essere più progredito.
Questi due aspetti del resto (certezza che non si muore e certezza che esistono altre forme di vita intelligenti, addirittura superiori ed alle quale riferirsi per progredire ed evolvere) sono i pilastri, le fondamenta su cui poggiare per entrare a far parte di dimensioni più profonde rispetto a quella fisica; dimensioni nelle quali è richiesta partecipazione attiva per la elargizione del bene comune, la conoscenza.
E, per poter offrire conoscenza, bisogna possedere certezze.
L’immortalità e la vita (vita a livello galattico) erano temi da affrontare, risolvere e concepire. Andava fatto nel tempo stabilito. Stabilito che non significa tempo necessario alla coscienza per maturare ed evolvere acquisendo dette certezze, ma tempo che la Terra impiega per raggiungere suoi obbiettivi nella penetrazione dello spazio per assorbire il tempo.
La coscienza della Terra del resto è all’avanguardia rispetto quella dell’uomo ed anzi lo veicola verso profondità per lui inaccessibili senza il sostegno di questo corpo celeste che gli offre spazio ed ospitalità; oltre alla vita fisica.
Corpo celeste che ha vita propria e non funzionale all’uomo, la Terra si esprime in armonia con il contesto al quale appartiene. E tale contesto a sua volta è espressione parziale di un insieme più vasto nel quale è inserito.
Ovviamente la conoscenza è possibile per gradi, sperimentando per acquisire padronanza e certezze. Le certezze sono quelle che danno consapevolezza, mentre appartiene alla coscienza trarre le sintesi delle esperienze che vive e considera.
La coscienza dell’uomo per l’appunto possiede certezze acquisite nel tempo ma manca di consapevolezza per ciò che concerne l’immortalità della vita. Subisce la morte e non riesce a districarsi dal ginepraio delle credenze, delle superstizioni, dei condizionamenti ed in fondo della stessa sua natura che, funzionale alla Terra, vede in questa anziché una genitrice solo terreno di conquista per cercare di star meglio a discapito della collettività.
Del resto è anche normale che valori come fratellanza e conoscenza abbiano significato molto relativo in chi esprimendosi considera l’altro come diverso da sé anche se appartenente alla stessa specie. Per non parlare poi della natura verso la quale non ha rispetto non comprendendo che la natura fisica della Terra ricicla proprio all’uomo ciò che egli attua in nome del progresso.
Progresso è conoscenza, ma non è detto che la conoscenza sia vincolata al progresso. Non è detto che, se il progresso sulla Terra non è in linea con ciò che in altre parti viene già espresso, la conoscenza debba restare incagliata in un procedere relativo che non riesce ad aprirsi all’universo.
Per l’uomo esplorare lo spazio è sempre sete di possesso. Si pone per dare ma di fatto intende colonizzare fin dove gli è possibile. Se si ponesse per prendere e con umiltà forse potrebbe cogliere che la conoscenza è già in grado di dare. La conoscenza da attraverso la fratellanza, una organizzazione multidimensionale in grado di gestire bene quelle certezze delle quali ha piena e totale consapevolezza. In grado di gestirle talmente bene da non offrire mai il di più a chi non è in grado di potere prendere.
Ed ora di questo si tratta! La Terra sta seguendo il suo percorso e l’uomo non è in grado di prendere ed apprezzare ciò che, possibilità enorme per lui, gli viene offerto su un piatto d’argento se sa coglierlo. Se riesce a cogliere dentro di sé ciò che allineandolo perfettamente alla Terra gli fornirebbe la certezza che il suo cammino non è limitato alla sua sola esistenza terrena. E nemmeno funzionale ad un aldilà che accoglie a vario titolo chi muore in Terra.
Se vogliamo l’aldilà è ovvio, è scontato. Tutto è aldilà da ciò che concerne la vita umana intesa come nascita e morte. Tutto quello che esula dall’aspetto fisico (in quanto corpo che esiste ed è tangibilmente vivo e vero) è aldilà; oltre la certezza di esistere che ad oggi è ancora solo e soltanto fisica, materiale.
Anche se ciò può far sorridere bisogna constatare che oltre se stessi c’è sempre vita. Così come c’è vita oltre la Terra ed è ben per questo che la Terra si allinea ed agisce.
Ora tocca all’uomo allinearsi e senza premi; senza sconti se non è in linea con il piano evolutivo che lo coinvolge attraverso la Terra.
Per questo è importante partecipare all’azione rendendosi conto che solo così è possibile non tirarsi indietro prima; quando non capendo ancora si pensa a fantasie che vengono messe in circolazione chissà per quale motivo, o solo perché la voglia di apparire fa inventare di tutto e di più.
La ragione per cui l’uomo deve partecipare all’evoluzione del pianeta Terra è fin troppo semplice: serve a lui per entrare a far parte dei servitori della conoscenza, della fratellanza che coordina, guida ed assiste.
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