Divulgare 5 aprile 2005
Divulgare significa farsi comprendere da chi è nella capacità di potere apprendere. Divulgare un monito o un insegnamento è compito precipuo di coordinatori in grado di farsi comprendere perché particolarmente addentro nella materia della quale si occupano.
La natura degli eventi cosmici non è ancora materia nella quale gli uomini sono addentro. Addentro invece lo è “chi”, oltre lo spazio tempo umano e oltre ciò che l’umanità concepisce a livello eterico (e quindi oltre anche ciò che per gli uomini rappresenta normale nutrimento psicofisico e di conoscenza in quanto emanazione della Terra a livello sottile, cosa questa che coinvolge anche chi, non più nella carne perché defunto, segue gli stessi riferimenti), risiede dove l’individualismo non può trovare accoglienza né tanto meno essere esame di introspezione.
Questo “chi”, pluralità di fatto, esprime una realtà dove l’informazione è codificata a livello animico. Vale a dire che la coscienza, strumento per l’apprendimento e l’interiorizzazione di esperienze produttive di sintesi, perde consistenza perché, legata e connessa all’io, rappresenta il limite entro cui è possibile operare a livello di individualità.
La coscienza si dissolve quando entra a far parte di un contesto in cui la forma perde consistenza in quanto non necessaria per esprimere valori che possono ben essere veicolati a livello d’anima.
L’anima serve per esplorare l’universo e rendere ogni cosa edotta che proprio perché parte del tutto è sempre unicità. E che questo processo si compone ed attua attraverso la coscienza affinché ogni cosa abbia a capacitarsi che è così sperimentandolo.
L’intento dell’anima è dare la consapevolezza che ogni cosa ha innato il senso di sé e che è sufficiente saperlo ricercare e trovare per rendersi conto di possedere i requisiti che consentono la identificazione nell’unicità. Cosa questa che non vuol dire fare parte del tutto ma esserlo; perché espressione unica e globale della realtà.
|
www.ottavaora.it |