Cogliere gli eventi

18 aprile 2005

 

Specialmente ora, nel momento attuale, bisogna saper cogliere quegli eventi che significativamente danno dimostrazione di come i tempi sono ormai maturi per il rinnovamento epocale.

Un rinnovamento epocale quando avviene traccia nuove linee guida cui fare riferimento anche nella quotidianità. Soprattutto nella quotidianità perché solo agendo si costruisce il nuovo.

 

Scegliere può rappresentare una svolta se si comprende cosa si è chiamati ad interpretare e che ruolo bisogna assumere per uniformarsi ad esigenze che vanno oltre quelle umane e terrestri.

 

Uniformarsi presuppone concepire cosa c’è da fare. E questo dipende da chi ci si crede di essere.

 

L’uomo in quanto tale, finché da solo si limita entro la sfera terrena, ha caratteristiche fisiche ed aspirazioni extrafisiche (anche perché si rende conto che qualcosa gli sfugge a livello di possibilità che vorrebbe realizzare).

Però l’uomo fa parte anche dell’universo e pertanto la galassia è il suo ambiente naturale che gli consente di proiettarsi dove l’immaginazione non ha limiti; dove la consistenza tempo spaziale non veste più chi sa integrarsi in ogni dove.

 

Succede che l’uomo apre la sua porta interiore, quella per cui la vita e data ed attraverso la quale la vita ritorna. Ma questa è animazione ed allora ecco che l’uomo può diventare capace, egli stesso tramite la sua consapevolezza, di animare la materia dandole la consistenza voluta perché la materia non lo teme né subisce: collabora.

 

Lo spirito di datività è protocollo in fase di sperimentazione per lo sviluppo della Terra e dei terrestri.

L’uomo è un terrestre e non ancora un essere superiore capace di spaziare nell’universo. Sta cercando di farlo come può, come sa, però non è ancora capace di scrollarsi il retaggio di una fisicità divenuta troppo vincolante perché subita.

 

Così come la materia non deve subire ma capire, parimenti l’uomo non deve subire ma capire, crescere e conseguire. Conseguire quello verso cui è preposto e che in maniera naturale gli compete in quanto ruolo di chi sa riconoscere in sé i requisiti dell’essenza sempre attiva e perennemente fusa con la volontà superiore che tutto permea, livella ed armonizza.

 

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