Sistema Terra

11 aprile 2008



 
Quando si è in un sistema non si può prescindere dallo stesso. E se non è possibile modificarne la struttura perché il rischio è il crollo si può, o aspettare che collassi da solo (se obsoleto, inefficace e finanche nocivo per le opportunità che non offre), oppure inglobare in un sistema più ampio che assorbendolo possa limitare il danno.


Il sistema Terra, ciò che ha dato alla Terra la possibilità di essere quella che è, non è più adeguato a supportare nuove esigenze di natura spaziale. Si verrebbe a creare uno squilibrio ancora maggiore tra chi detiene il potere e gli altri, anche loro figli della stessa Terra.


Essere figli dovrebbe presupporre essere fratelli e godere degli stessi diritti. I compiti sono un'altra cosa e per il benessere comune è sufficiente che ognuno dia tutto ciò che ha ed il meglio di sé.


Evidentemente una società basata su questo ed essendo evidente che i figli della Terra sono tutti fratelli genererebbe benessere collettivo e stabilità. Ed il sistema, sperimentato, collaudato ed applicato, potrebbe diventare un riferimento affidabile cui ricorrere dove la necessità lo richiede quando bene o male su un pianeta i suoi componenti sono in contatto ed inizia a sorgere una coscienza ampliata perché conoscendo le necessità altrui se ne diventa consapevoli. Cosa sufficiente a determinare un passaggio nella coscienza collettiva perché, se chi soffre lo sa, chi ne viene a conoscenza non può più dire di non sapere.
Quando la coscienza comincia a considerare la diversità altrui in maniera globale rispetto al suo stato (ed il globale deve includere anche etnie diverse rispetto alla propria) è pronta per potere considerare anche possibilità differenti che altri modelli di vita possono offrire traendone spunto.
Ma se il sistema non consente uno slancio volontario verso un adeguamento collettivo migliorativo della condizione perché non può scrollarsi di dosso tutto il ferruginoso accumulato (nepotismo, dittature, tirannie e più semplicemente clan esclusivi che scartano gli altri dal loro contesto) si arriva alla condizione o del collasso e dello inglobamento in un sistema che facendo da contenitore assicura la stabilità necessaria alla trasformazione.


Un sistema può collassare e basta per ripartire da zero quando essenzialmente riguarda dei singoli popoli che devono approntare loro esperienze collettive, quando però è la globalità del sistema ad essere coinvolta ecco che scatta la molla della coscienza collettiva.
Se la coscienza collettiva è in grado di supportare un cambiamento radicale su nuove basi e migliorative perché lo sente come impulso interiore, ecco che la stessa interiorità arriva in soccorso (per un ordine implicito prestabilito) ad accogliere e supportare chiunque aderendo al rinnovamento decide volontariamente di rinunciare al vecchio per modificandosi entrare a far parte di un nuovo ordine in un (per lui) nuovo sistema.


La condizione umana non è l'unica che esprime vita e, pur essendo tutto vita, può avere come riferimento quella più vicina al suo stato che è fisico ed animico.
Abbandonare completamente il fisico per adattarsi all'animico e basta equivarrebbe ad un sconfitta planetaria, perché verrebbe meno la funzione del corpo e tutta la sua evoluzione ancora in fase di sviluppo e crescita.
Occorre quindi un modello che, migliorativo nei contenuti e nei valori, abbia in sé caratteristiche similari anche se non necessariamente uguali nelle sembianze.
Questo modello (già collaudato in funzione dell'evoluzione che la vita esprime ad ampio raggio nella galassia ed oltre) esiste già. Si tratta solo di venirne a contatto per applicandolo ripartire affacciandosi all'universo così come il modello stesso prevede e consente. E poiché per non subire bisogna conoscere, è opportuno entrare in contatto con chi manifestandosi chiarisce ed illustra processi atti ad umanizzare un modello di vita rendendolo idoneo per fisico e coscienza. Senza così dover rinunciare al fisico (passaggio ancora troppo traumatico per la coscienza) ma adeguarlo a nuove specifiche esigenze e necessità.


Il fatto che questo sia possibile dipende da ogni singola volontà che esprimendosi in proposito decide in maniera autonoma ed indipendente sul suo stato, che per ognuno è sovrano.
Certamente visto il procedere dei moti periodici che consentono un tal genere di sviluppo (confermato da esperienze similari), non saranno in pochi ad aderire. E su chi si muove per primo cade l'onere della organizzazione e dei contatti ravvicinati con chi può dare tale grossa opportunità agli abitanti di un pianeta che di per sé sta accelerando la sua evoluzione.  Ma anche per questo bisogna muoversi; per non ritrovarsi impreparati e con le spalle al muro in funzione della Terra che cambia e si rinnova. Venendo così a coincidere una nuova forma di uomo sulla Terra che diventa una nuova Terra.


Per entrare però nel particolare non ci si può basare sulla teoria e basta (che se non applicata non produce nemmeno cultura). Bisogna agire e per farlo bisogna essere nella condizione che lo consente. Condizione funzionale all'emersione di chi nella propria interiorità non vacilla venendo a contatto con ciò che non noto né concepito potrebbe risultare destabilizzante a livello psicologico.


Essere predisposti è già un'ottima cosa, affrontare il rischio del contatto quando non si conosce è un bel po' diverso. Anche perché quella che si presenta è una realtà non comparabile a ciò che si crede o si immagina.
Ecco che allora possono venire in soccorso esperienze marginali che sono andate perse ma che racchiudevano già la proiezione di quanto ora può diventare manifesto.


Il monitoraggio di chi deve intervenire per dare il suo appoggio è naturale che non sia iniziato da adesso. Ed anzi è proprio questo monitoraggio che consente di potere intervenire al momento giusto quando la situazione lo richiede o lo permette. Aiutare la coscienza ad ampliandosi accedere a stadi più profondi dell'esistenza è vita per un certo genere di vita; perché la vita non ha bisogno del fisico per potersi esprimere. Anche se la fisicità deve arrivare a comprendere, concepire e realizzare che è essa stessa vita che non cessa se ne ha adeguata coscienza.


E così gradualmente, facendo riferimento ad un minimo di conosciuto perché configurabile in esperienze avute nel tempo e che pur se non comprese hanno lasciato un ricordo, da queste si può procedere per ampliandole stabilire quei contatti che possono sfociare in piena e totale collaborazione tra chi applicandosi a questo si dona (perché tale e il suo stato) e chi, tramite questo inizierà a sua volta a donare perché tale è lo stato che viene ad essere innestato nella sua coscienza. Processo e procedimento che necessitano di stabilità e coerenza d'animo e di intenti, requisiti questi dell'anima individuale che emergendo consente che il passaggio avvenga in modo naturale ottimizzando le qualità che la nuova configurazione va a produrre.


Ovvio a questo punto che iniziare è la sola condizione che consente la trasformazione e l'utilizzo di tutto ciò che sempre più diventerà indispensabile per appianare la via a se stessi e a chiunque voglia aderire a questa nuova realtà.

www.ottavaora.it