A prescindere 9 maggio 2008 Se si vogliono evitare fraintendimenti è meglio essere chiari il più possibile. Quando c'è da configurare un sistema rendendolo usufruibile a chi prima non ne faceva parte si deve per forza tenere conto sia del sistema sia di chi ne va a fare parte. Col risultato che non tutti possono fare parte di un dato sistema a meno che non risultino adattabili attraverso qualche possibile modifica. Del resto modificare un sistema per renderlo adattabile a tutti non è utile perché la disomogeneità che ne deriverebbe potrebbe risultare ingestibile. Una buona gestione deve innanzitutto garantire stabilità e benessere nei limiti del possibile. Se il benessere può essere incrementabile, la stabilità è necessaria da subito per evitare contraccolpi nocivi al sistema stesso. Un sistema fisico, psichico, animico integrato deve tenere conto di ognuna di queste componenti, salvaguardarne l'integrità e renderli un insieme omogeneo ed armonico. Un insieme dove gli interessi sono coerenti e non generano disfunzioni di nessun genere perché la coscienza unificata che ne deriva lo consente. Proprio per questo è meglio tener conto di precisazioni utili ad evitare fraintendimenti; o sviluppi di modalità che, siccome utili ad un certo interesse (magari personale), si vorrebbe giustificare quasi fossero parte integrante del sistema stesso. Il sistema che sostiene il progetto uomo nuovo è un sistema collaudato ed affidabilissimo in cui si collocano tutti coloro che in vario modo, sviluppando coscienza, si ritrovano a dovere interagire in modo diretto a prescindere dalla forma ma in funzione dello scopo. Per uomo nuovo quindi non bisogna considerare l'uomo di carne che evolve e si trasforma ma un modo di essere dove fisicità (nel modo in cui si è venuta a sviluppare in base al sistema di appartenenza), psiche (l'aspetto emozionale ed affettivo che pur reclamandone il diritto non è ancora possibile definire amore) ed anima (intendendo con questo termine immortalità ed animazione) sono un insieme stabile ed omogeneo. Sistema che opera per definire processi utili all'altrui evoluzione avendo a disposizione l'esperienza maturata che offre tale capacità. Integrare in sé corpo, psiche ed anima è sulla Terra un ben preciso compito dell'uomo il quale, definendolo, acquisisce la capacità di essere ciò che (poiché lo diventa) lo trasforma. Per andare nel dettaglio bisogna però capire bene cosa si diventa (cosa si va a diventare) per, senza costruire castelli di sabbia, essere in grado di accedere veramente ad un nuovo sistema evolutivo di cui fanno parte anche altri; con i quali bisogna fare conoscenza. Continuare a dire si diventa senza sapere di cosa si tratta è di poco aiuto. La conoscenza ha bisogno di solide basi e non di doversi affidare alla immaginazione. E d'altronde per uscire dallo stallo c'è un solo modo: l'esperienza diretta che trasformando genera l'uomo nuovo. Uomo nuovo, Terra che lo consente e lavoro da svolgere devono iniziare ad essere realtà. Ma occorre fare in modo checosì sia e non continuare ad attendere che lo possa diventare. Per questo (e cioè per far sì che la coscienza capisca e s'adegui) bisogna abbassare la guardia (quindi non continuare a nascondersi dietro schemi già costituiti, vere e proprie gabbie) aprendosi verso il nuovo accettandolo, se si sa essere in linea coi principi che regolano il flusso della vita. Tali principi, visto che si parla di fratellanza, benessere, pace interiore ed equanimità sono così evidenti che è ben difficile non ammettere con se stessi (e quindi nella propria interiorità, esaminandosi, senza cercare scuse o giustificazioni ma osservando semplicemente cosa avviene) chi si è veramente. Non bisogna dimenticare che venendo alla ribalta l'anima (e quindi diventando contattabile la propria interiorità) così che ci sia veramente un uomo nuovo, quando questa presenza non c'è ancora (cosa del resto constatabile se ancora manca la capacità di accedere al patrimonio interiore che emergendo chiarisce ed illumina) è semplicemente l'uomo (l'ego) che continua a raccontarsela immaginando quel che potrà o vorrebbe essere. Il passaggio quando c'è è chiaro. Quando c'è il passaggio l'anima emerge nella realtà fisica, nella propria quotidianità. Senza doverselo spiegare o giustificare è così evidente da poterlo solo ammettere. Quasi un vedere comparire qualcosa che prima non c'era; e non immaginare cosa potrebbe comparire cercando di scoprirlo tra le pieghe di una realtà che non può offrire tale visione quando non si hanno occhi adeguati allo scopo. Emergendo l'anima prende consistenza una realtà che diventando visibile attesta l'avvenuta trasformazione. Evidenzia che si riesce a cogliere ciò che esisteva anche prima, ma non per la propria sensibilità. |
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