Liberi tutti libero ognuno 6 maggio 2008 Liberi tutti libero ognuno, ma cos'è la libertà? Prendere e dare senza trattenere sapendo che si può prendere sempre, e che più si prende più si deve dare (e che questo vale per tutti), cambia la vita. Avviene una vera e propria rivoluzione perché ognuno s'accorge d'essere ricco al pari degli altri, di tutti gli altri pur possedendo nulla. Nel non possesso sta la novità. Si diventa azionisti della vita in egual misura. Il possessore di una singola azione ha diritto alla permanenza in tale reame (dimensione – condizione) senza possibilità alcuna di poterne possedere nessun'altra in più. Una specie di documento identificativo della coscienza quando è libera dagli attaccamenti di qualsivoglia natura. Documento che impresso nella coscienza stessa la rende leggera e capace di permanere dove la vita è dedizione completa verso l'altrui emancipazione e dove si opera affinché tutti abbiano a godere degli stessi diritti con le stesse modalità. Dove (per il solo fatto di esserci) non solo si è capaci di sopperire a qualunque necessità, ma testimoni diretti che chiunque se vuole può godere della stessa libertà adeguandosi. Costituire una società basata su tali principi presuppone l'abbandono del radicato senso del possesso che implicitamente richiama supremazia verso l'altrui condizione. Abbandono completo di ciò che rendendo ricchi in apparenza costringe a far da guardia a tale servitù. Questa è una società innovativa nei confronti della vita umana, una società aperta a tutti perché stabile e sicura fin da subito (già funzionante nella realtà unificata di popoli che non fanno parte di un unico sistema planetario). Una società dove accede chi acquisisce il diritto a permanervi perché adeguato nella coscienza. Tale società prevede una coscienza da immortale, l'aver superato cioè la linea sottile che separa l'uomo da se stesso e che fa della vita una doppia azione continua (veglia – sonno) perché manca la visione reale di chi è. Sfugge che c'è una porta da aprire che consente l'unificazione dell'uomo con l'essere immortale risposto in sé. Unificare la propria coscienza mortale in quella dell'essere immortale è una svolta sostanziale, un grande passaggio evolutivo che immette in un ruolo diverso e particolare. Attuare il passaggio però, e quindi cambiare condizione, deve essere un atto coerente e consapevole. Si tratta di addentrarsi dove la vita è diversa e non si agisce per sé ma, in funzione della libertà, per il benessere collettivo. Si tratta di abbandonare in modo netto e radicale tutti gli schemi cui si è assoggettati perché inutili ed addirittura ingombranti nei confronti della libertà. Vista sotto una certa ottica questa società potrebbe sembrare un'isola felice in cui si può entrare per vivere in tranquilla serenità, ma non è un pensionato per anime. È un luogo dove si lavora assiduamente per realizzare progetti di pubblica utilità senza limitarsi al solo ambito umano. Una società interplanetaria che abbraccia diverse componenti della vita non limitandosi soltanto a quella umana. Forse però c'è da capire meglio cos'è la vita. Se manca tale requisito base si è ancora negli schemi che vincolano la visione a quello che la coscienza consente ma impone anche. Dire che vita è tutto è, oltre che elusivo, anche fuorviante. Se non si comprendono le reali capacità del tutto lo stesso resta limitato nella forma, nella condizione e nelle possibili capacità. Vita è l'essere, qualunque esso sia, senza per questo doverselo immaginare per far sì che possa essere. Questa parte riguarda casomai la coscienza e la propria capacità di animare in sé concetti conosciuti. Vita è dunque l'esistere in generale senza preclusione a nessun genere: basta la volontà ad essere. |
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