In Pace con se stessi

10 giugno 2008




Essere in pace con se stessi ha come presupposto avere realizzato la vera Pace. Ciò di cui tutti hanno bisogno per poter fare parte di una dimensione in cui si opera per la diffusione del benessere su larga scala. Così che tutti possano fruirne liberamente senza per questo diventare passivi nei confronti della società. Anzi di grande utilità verso chiunque in altra condizione voglia migliorare il suo stato.


Operare per il benessere collettivo è un preciso compito di ognuno. Tutti infatti si è tenuti a contribuire in ragione delle proprie capacità. Capacità che acquisite come sta­to d'essere consentono di agire in conformità a ciò che è possibile realizzare.
Aver realizzato la Pace nel cuore permette di trasmetterla a chi la richiede e per que­sto ha bisogno di aiuto.


Per essere in pace con se stessi però, e quindi per realizzare la Pace nel cuore, occorre determinazione. Occorre cioè volerlo e perseguirla, di modo che sgorghi da dentro come zampillo fino a divenire flusso costante che uniforma ed allinea alla dimensione che la esprime come suo stato d'essere. Consentendo così sia di far parte di tale stato, sia di permanervi, sia di iniziare a distribuire ciò di cui si ha capacità.


Essere proiettati verso l'oltre deve avere delle finalità. Per impedire che, prendendo piede tale propensione, si perda il contatto con il proprio vero stato che, quando per esempio è quello umano, implica la fisicità come caratteristica. Di modo, che evitan­do di fare voli pindarici o di volere rinunciare ad essere in funzione di un ipotetico al­dilà “luogo” di arrivo e salvezza, si possa essere nella condizione di esprimere le pro­prie capacità verso chi ne ha più bisogno; e che in questo momento sono i propri si­mili.


Far zampillare la Pace da dentro di sé implica dover riconoscere chi la detiene. Impo­ne il riconoscimento del proprio essere interiore vivo già proprio nella dimensione della quale si va a fare parte quando (avendo realizzato in sé la Pace come flusso) ci si congiunge a lui; quando di fatto ci si identifica.
Identificarsi nel proprio essere immortale e profondo è il fine dell'incarnazione uma­na. Riconoscimento di sé e metamorfosi sono consecutività che immettono in una nuova condizione, uno stato d'essere oltre l'umano che permette di agire direttamente nella dimensione in cui si è uomo. Riuscendo così a dare impulso vitale alla trasfor­mazione che altri possono realizzare se interessati a perseguire tale scopo. Distribu­zione del benessere graduale e funzionale al bisogno che ognuno esprime per realiz­zare se stesso nell'interiorità.

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