La trasformazione 23 giugno 2007 La trasformazione richiede costanza e determinazione. Bisogna abbattere barriere psicologiche che si ergono tra se e se stessi; tra chi si è in superficie e chi in realtà. E si tratta di lavorare sodo, individuare tali barriere e risolvere, per man mano accorgersi di essere diventati diversi. Più attenti e riflessivi e più predisposti ad accettare l'altro, il diverso che non appare più dietro il velo del preconcetto ma per quel che è, un essere umano le cui capacità tante volte latenti non gli consentono di esprimersi al meglio di sé; perché in lui ancora troppo offuscato l'essere interiore che dietro la cortina della sicurezza esteriore attende lo spiraglio per far comprendere che c'è. E chi meglio di se stessi può accorgersi di questa presenza interiore se sempre più viene a far parte della propria realtà? Chi meglio di sé può cogliere nella propria interiorità il flusso che dolcemente accompagna verso la piena comprensione di chi si è? Flusso che anche quando sembra un fiume in piena sta semplicemente ripulendo per far cogliere oltre la stagnante realtà di un divenire ripetitivo per far affrontare in modo diverso quello che invece il cambiamento “regala”. Chi si è. Tante ipotesi, soltanto ipotesi se manca la capacità. Spesso si parla di cambiamento ma forse non si comprende cosa vuol dire. Per cambiare bisogna prima rendersi conto di chi si è. Difficilmente infatti avvengono cambiamenti radicali in chi non fa nulla per esplorare il proprio essere. Solo un esame approfondito di sé predispone gli elementi utili alla trasformazione. Questi elementi giacciono assopiti in un groviglio dove lo stato confusionale dipende dalla mancanza di ordine e pulizia; ordine e pulizia interiori che sono toccasana per il risveglio e la trasformazione. Per cambiare occorre quindi prepararsi a farlo, predisporsi in modo opportuno affinchè sboccino gli elementi utili alla trasformazione in chi si è. Cambiare veramente richiede sacrificio e volontà, ma anche conoscere perché si sta facendo tale passo e cosa ci si aspetta dalla trasformazione. Cambiare volontariamente deve avere uno scopo, un significato che si vuol dare alla propria esistenza. Perché non si tratta di cambiamento fisiologico ma di qualcosa che riguarda la parte profonda di sé, quella che venendo fuori cambia l'uomo in Terra se questo l'uomo vuole. |
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