Riconoscersi 3

 

28 febbraio 2007


Riconoscersi, per ricominciare a vivere su nuove basi, quelle che permettono di operare ad un livello più profondo dell’esistenza perché svegli nello stesso. Riconoscersi come essere multidimensionale consente questo. E la fase più delicata è proprio quella terrena dove legato alla fisicità l’uomo deve sapientemente e con coscienza esaminarsi per comprendere chi è e quali sono i suoi compiti in relazione proprio alla multidimensionalità; senza quindi restare ancorato al solo aspetto ed ambito umano che prevede nascita e morte.
 
Fase delicata perché per prima cosa non si sa di doverlo fare e poi perché non è facile stabilire le connessioni che legano se stessi con esperienze utili a sperimentare condizioni particolari per verificare quanto possa incidere l’aspetto fisico legato alla sessualità nei confronti di una tendenza verso strati meno densi della esistenza (comunque fusi nella fisicità stessa proprio per approfondire meglio il tema).
 
Il richiamo sessuale, istinto naturale, è tale perché impresso a livello genetico così da poter perpetuare le specie. È legato all’attaccamento alla carne ed è funzionale al senso dell’Amore quando viene concepito come possesso.
 
Concepire che il richiamo sessuale (che investe a livello incontrollato nell’inconscio anche quando si pensa di avere dominato gli istinti a livello vigile) è un mezzo che permette di agire sulla materia per generare (una specie di allenamento verso la creazione usando i mezzi di cui si è in possesso), è un passo molto importante: fa capire che si dispone di una energia che lo consente. L’uso di tale energia dipende dal piano in cui si agisce e l’essere multidimensionale (proprio perché tale, proprio perché cosciente di questo suo stato e volontariamente capace di agire dove intende), non essendone succube (indubbiamente nemmeno a livello inconscio, stato che la coscienza multidimensionale non prevede), sempre sveglio e coerente non si lascia distrarre da usi relativi e limitanti. Sa infatti che si può fecondare (per esempio) a livello di pensiero e che va fatto con capacità e coerenza per non risultare invasivo; e per anzi essere digeribile (dove l’informazione-pensiero per attecchire non può dare più di quanto chi riceve può essere in grado di assimilare, gestire e a sua volta elargire).
 
Riconoscersi in quanto essere multidimensionale è in fondo svegliarsi in dimensioni dove normalmente si dorme e che per questo restano accessibili solo a livello inconscio, volendo/dovendo attribuire all’inconscio una capacità che sfugge alla normale vigilità e di cui di tanto in tanto restano sprazzi di ricordi come a testimoniare di una realtà vivida ed addirittura molto più bella oltre che coinvolgente. Ricordi vivi nella memoria anche a distanza di anni, impressi a tal punto da poter essere considerati veri e propri messaggi su cui ben meditare per far sì che riaffiori il motivo che li ha resi manifesti; o quelle parti di sé che ancora non appartengono quando la multidimensionalità sfugge e si resta privi di contenuti essenziali che solo saltuariamente si manifestano se non c’è la volontaria applicazione verso il processo di unificazione ed identificazione in chi si è veramente nel profondo.
L’uomo è un essere multidimensionale ma per esserlo veramente deve diventarlo; deve riconoscersi come tale per ricominciare a vivere su nuove basi.
 
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