Sintonizzarsi

5 gennaio 2006

Stabilizzarsi su frequenze animiche è normale conseguenza ad un percorso di ricerca interiore che sposta la coscienza verso temi connessi ad un modo di essere che si allontana e distingue da sopravvivenza e sete di potere.

 

Sintonizzarsi su tali frequenze non è semplice. La normale taratura umana prevede tale possibilità ma non la da come patrimonio genetico già in atto.

Questo perché la Terra opera ancora su frequenze fisiche nel senso che continua ad accrescersi di sue potenzialità mentre osserva le prospettive che un nuovo genere di vita le propone.

 

Sintonizzarsi quindi su tali frequenze presuppone un abbandono graduale di interessi e prospettive attinenti l’ego con conseguente sviluppo di una coscienza sempre più proiettata verso la universalità.

 

La differenza è sostanziale. Da un "io sono" individuale si passa ad un "noi" collettivo dove l’azione sviluppa i temi connessi ad un piano di coscienza diverso da quello umano; fondamentalmente diverso poiché espressione di un tipo di realtà dove da animati si diventa animatori.

 

Va da sé che su questo piano non può esserci spazio alcuno per l’individualismo ed il possesso, per i fini personali e per la logica legata a conquiste e potere. Se il potere dell’animazione fosse facoltà umana i fini sarebbero facilmente intuibili ed i risultati a dir poco destabilizzanti nei confronti della natura e del normale ordine delle cose.

 

Proprio perché non c’è spazio all’espressione dell’io voglio ecco che la coscienza deve essere universalmente allineata a progetti legati all’aiuto ed alla fratellanza effettiva che va oltre i continenti e le nazioni e si espande in altri mondi, paralleli e non, dove la vita deve ancora nascere, per come è concepita ora dall’uomo sulla Terra, o è completamente diversa perché non si basa sulla forma fisica o la fisicità in generale.

 

Universalità di coscienza non vuol dire agire come degli automi in balia di condizionamenti verso i quali bisogna sottostare ma, concependo il fine, agire all’unisono per la sua realizzazione; ognuno coi suoi compiti; per crescere ed accrescersi di capacità il cui fine è sempre più connesso con l’equilibrio cosmico tendente verso la quiete intesa come consapevolezza piena e totale della Divina Realtà che è assoluta.

 

Parlare quindi di fratellanza è ovvio in quanto se così non fosse l’universo assumerebbe le sembianze di un immenso campo di battaglia dove le conquiste di territori presupporrebbero scontri per potersi accrescere in egemonia nei confronti di chi subisce.

Il che provocherebbe unicamente immani catastrofi a livello universale.

 

Concepire all’unisono è uno stato di coscienza; è esente da dualità ed è trovarsi sempre in linea, poiché intimo sentire, con chi sta perseguendo lo stesso scopo all’interno di una certa fascia dimensionale.

 

La tendenza verso l’unità è connaturata alla vita.

Vivere è in fondo partecipare ad un unico progetto dove solo la mancanza di capacità impedisce di concepirlo in maniera globale.

 

Si è capaci in funzione della propria condizione ed uomo oggi significa capacità relativa all’ambito terrestre; una Terra fisica in fase di trasformazione; una Terra le cui frequenze cambiano per adeguarsi ad un nuovo stato d’essere che la coinvolge in maniera molto sottile in quanto espressione di chi sulla Terra agisce ed opera per la trasformazione.

 

Come nell’uomo che vuol trovare riscontro in una natura che gli dimostri che è possibile non morire questo dipende dalla sua coscienza che cerca per capire, lo stesso è per la coscienza della Terra; che è l’insieme anche di ogni uomo e che ben per questo ha duplice relazione. L’uomo cerca perché qualcosa dentro di sé lo spinge a farlo e la coscienza della Terra si trasforma perché tanti uomini lo fanno.

 

La reciprocità sotto questo punto di vista è estremamente importante poiché rinnova equilibri e stabilità. Come dire che per far sì che una certa trasformazione coinvolga in modo sostanziale la Terra non basta un uomo o pochi uomini  ma occorre qualcos’altro che faccia variare l’equilibrio creando una nuova realtà.

Questo qualcos’altro avviene quando repentinamente la coscienza di tanti uomini si ritrova attenta verso evidenze di natura cosmica poiché glielo impone la reciprocità che la Terra esprime nei confronti del sistema che la contiene.

 

Quando questo avviene significa anche che la Terra è nella condizione di attuare la sua trasformazione producendo ciò che le necessita per offrire stabilità ad ogni coscienza che in lei risiede ed opera; stabilità relativa ai diversi gradi di sviluppo che contemporaneamente convivono esperienze comuni sotto punti di vista diversi; quelli relativi al loro stato d’essere.

 

Tale differenziazione all’interno della coscienza della Terra è la conformazione che la Terra stessa ha nei confronti di tutto ciò che la compone e che non è soltanto l’uomo. Anche se a ben vedere l’uomo ha in sé, per come è strutturato, gli stessi elementi che compongono la Terra in maniera adeguata e funzionale al suo essere; per permettergli di essere uomo di carne e non qualcosa d’altro.

 

La corrispondenza dunque che c’è tra Terra e uomo non riguarda solo la coscienza o, per meglio dire, ciò che l’uomo concepisce; ma anche e parimenti ciò che l’uomo subisce per mancanza di capacità nei confronti del suo stesso essere completo sia fisico, sia animico.

 

A livello animico è come se l’uomo si trovasse indietro, rispetto al tempo in cui vive, di un numero di anni tali che è improponibile solo la stessa ipotesi.

Ma questo è anche ovvio se si considera soltanto lo stato evolutivo fisico tralasciando ciò che contemporaneamente compone l’uomo nei vari livelli di cui il suo essere è.

 

Parlando di livello animico bisogna considerare lo stato in cui si dovrebbe essere per poterlo comprendere; più difficile indubbiamente è lo stato in cui bisogna vivere per esserci.

Muoversi infatti in tale ambito presuppone avere superato la coscienza di dualità, nella quale l’uomo si dibatte, in funzione di un raggiunto stato di quiete interiore; frutto di una maturazione tale a livello psichico da comprendere, accettare e vivere la morte come semplice passaggio volontario di stato che consente di muoversi ed agire in differenti dimensioni dell’essere.

 

Tutto ciò non appare per nulla semplice e nemmeno fattibile a chi non ha ancora maturato tale esperienza.

Ecco perché periodicamente occorrono dei livellamenti per consentire passaggi anche collettivi in quanto tanti hanno già magnetizzato un cammino che materializza un percorso prima unicamente trascendentale.

Come dire che l’invisibile si materializza a chi ha coscienza pronta per accoglierlo.

L’invisibile resta tale invece per chi avrà necessità di continuare ad apprendere la natura fisica per maturare, nel tempo, adeguata coscienza animica in attesa di normali ulteriori riallineamenti.

 

Accettare le frequenze vibrazionali a livello animico è chiave di ingresso per la costruzione di una nuova realtà a livello più sottile; sempre più essenziale.

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