Al servizio di una causa che non
paga; e quando lo inizia a fare ci si è già lasciati
alle spalle tutto ciò che costituiva disturbo nei
confronti dell’opera che si intende realizzare.
Il servizio implica abnegazione,
rinuncia al profitto personale per edificare ciò di
cui la collettività ha bisogno. Si perde l’io per
essere dativi; per ricevere ciò che necessita a se
stessi ed agli altri.
La mente da pensante diventa agente
quando ci si innalza di stato; quando rinunciando al
“mio” si è liberi dai vincoli che ossessivamente
assillano se manca la certezza di ricevere una paga
di diversa natura. Paga che spetta di diritto a chi
attraverso la sua opera contribuisce alla elevazione
delle coscienze nella attuazione di processi che
devono coinvolgere la collettività e la specie.
Va da sé che attraverso l’ausilio
della mente superiore, la mente agente, ogni e
qualunque difficoltà di ordine pratico viene ad
essere facilmente superata; fermo restando che se
cambia il fine scompaiono anche i requisiti.
Bene o male tutti gli uomini sono in
“missione” sulla Terra, hanno un compito da
svolgere.
Il punto è il contatto con chi ha
predisposto la missione e, quando questo manca,
regna l’incertezza. Si teme tutto e ci si lascia
avvinghiare in una morsa che sempre più stringe ed
attanaglia fino a che non avviene il risveglio; si
comincia a concepire che la realtà non è solo quella
che appare, che c’è di più ed è raggiungibile.
È un problema di centratura e
vibrazione: più si è identificati nella carne e
quindi nella materialità dove vige la legge del
possesso, meno si è nella condizione di oltrepassare
la soglia energetica che immette dove la mente da
pensante diventa agente. Cosa questa che non solo da
una connotazione diversa alla vita ma consente
con il minimo sforzo di avere sempre a disposizione
quello di cui si ha bisogno.
Stabilito il contatto con chi ha
predisposto la missione ed avuto libero accesso
all’uso della mente agente e superiore, si diventa
veramente come chi, sicuro, sa sempre cosa fare.
Prima mancava la regia, ora la si è trovata dentro
di sé.
Il regista e l’attore sono lo stesso
individuo; l’uomo che ritrova se stesso rinascendo
in Terra.
Ed anche questo è un passaggio
coscienziale, successivo al risveglio e che precede
l’ottenimento della immortalità. Immortalità che
avviene per fusione con chi si è proprio dove la
morte non ha regno. |