Ognuno è libero di percorrere il
cammino che più gli aggrada purché
ne abbia consapevolezza.
Quando questa manca non
si è in cammino, ci si lascia vivere soltanto.
Vivere la vita è la ragione per la
quale si viene sulla Terra come uomini. La qualità
della vita dipende da ciò che si deve fare.
Quando si è nella
inconsapevolezza di sé tutto dipende dalla
casualità e la causalità viene vista come matrice
rispetto alla vita che si conduce; ammesso che ci si
interroghi sulla causalità.
Riuscire a distinguere che ci si
trova sulla Terra per svolgere compiti inerenti ad
un cammino da percorrere che non si esaurisce con la
morte fisica sposta la propria consapevolezza su un
piano della esistenza
diverso rispetto a quello in cui si opera; perché da
soli ci si può immettere dove si decide cosa
effettivamente si vuole fare lasciandosi alle spalle
anche la stessa causalità. Il
ché è un risveglio propedeutico ad una
rinascita. Rinascita, nella carne, che partorisce
l’uomo nuovo, l’essere capace di
adempiere al compito per il quale ha deciso
di reincarnarsi mentre è già vivo sulla Terra.
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