Cogliere in profondità, nella profondità
del nuovo flusso vitale, gli aspetti che
costituiranno le fondamenta su cui
edificare il nuovo mondo è la vera sfida
che l’uomo deve riuscire a vincere; per
fare sue conoscenze connesse all’essere
che non si manifestano se prima non si è
capaci di supportarne la portata per
dare esecuzione a progetti.
Il
progetto vita nuova sulla Terra va ben
oltre le aspettative di menti abituate a
pianificare il domani ed il futuro in
generale. La pianificazione di questo
tipo infatti (e quindi relativa ad una
mente funzionante attraverso un normale
contributo energetico che le proviene
dal tipo di conoscenza che l’uomo è
riuscito fin qui a produrre) non ha più
motivo di essere. Si passa ad una fase
ulteriore della crescita dove l’insieme
è dato certo, e non elemento su cui
sperimentare per accertarne valori e
stabilità.
Per unire qualcosa occorre che vi sia
stabilità tra i vari componenti. Per cui
se si vuole formare un certo tipo di
uomo, capace per esempio di avere in sé
ciò che gli deriva da una normale
evoluzione (della specie legata allo
ambiente che la produce e sostiene) e
ciò che (innestato) gli da facoltà di
concepire oltre la semplice fisicità (ed
alle trasformazioni che la stessa
consente) occorre il tempo necessario
affinché l’insieme che si viene a
costituire abbia la sua amalgama capace
di trasmettere evolutivamente in modo
spontaneo ciò che prima era fusione in
ambito sottile tra la parte fisica
(propria della riproduzione ) e quella
eterica (propria della incarnazione).
Incarnazione era il progetto vita
precedente, ciò che l’uomo ha
sperimentato per acquisire coscienza
della vita a livelli contemporanei di
esistenza ma con tempistiche, valori e
fini diversi; così da produrre, oltre
alla normale vigilità della quale ha
coscienza, una coscienza più sottile
(ancora velata in una dimensione che la
parte fisica deve letteralmente
attraversare se intende procedere verso
l’unificazione). Per parte fisica in
questo caso si intende la comune
coscienza di veglia propria dell’uomo e
di conseguenza il tipo di mente relativa
alla stessa.
Vigilità nella reincarnazione è il
passaggio in atto; il passaggio che
l’uomo sta conducendo per concepire
sperimentandolo che non si muore.
Tale passaggio è ora ampiamente
supportato dalla Terra, il pianeta dove
si sta concretizzando questo tipo di
esperienza; e questo permette tempi
celeri nella trasformazione della razza
perché è la razza che deve adeguarsi al
pianeta che cambia, però sapendolo fare.
C’è un aspetto importante, molto
importante.
Capire che si dispone già
dell’allenamento necessario per superare
abbastanza agevolmente questo passaggio
è di fondamentale importanza.
L’uomo durante la vigilità ha man mano
potuto constatare sempre più e sempre
meglio che oltre al suo essere fisico
gli appartiene qualcosa che pur
sfuggente ha collocazione diversa
rispetto all’essere fisico che egli è. E
mentre questo veniva considerato durante
il giorno o comunque durante il normale
stato di veglia, nel sonno con regole e
caratteristiche diverse un altro tipo di
coscienza faceva le sue debite
esperienze per concepire che solo
psicologicamente era ingabbiata nella
materia, nel corpo fisico, e che sarebbe
stata capace di agire in modo diverso se
solo si fosse resa capace di concepire
in tal senso.
Tutto ciò va considerato attraverso una
visione unica di piani concomitanti ma
con profondità diverse dove non è
possibile risiedere in modo vigile se
non ci si adegua al tipo di vibrazione
che ogni piano sprigiona perché tale è
il suo stato.
Questi piani concomitanti possono ora
fondersi per sperimentare con coscienza
ciò che prima avveniva in modo sfalsato
in quanto le gabbie energetiche di
stabilità, fisica ed eterica, esistendo
generavano in automatico tempi e vita
relativi al loro stato.
Tornando al pianeta che cambia c’è da
capire che, essendo tutto proiettato
verso la reintegrazione con la propria
essenza, non è solo l’uomo chi è
preposto a spiritualizzare la materia;
anzi l’uomo, solo se aderisce perché
capisce, può far parte del piano che
prevede proprio la spiritualizzazione
della materia tramite reincarnazione
cosciente.
Anche la Terra si reincarna da viva
perché concepisce il suo essere
superiore ed immortale, che così può
fondersi in Lei senza più adombrarla
soltanto per darle forza e stabilità.
Questo aspetto della Terra che cambia
può far paura, ma bisogna anche
considerare i tempi che prevedendolo
sono in sintonia con processi più ampi
capaci di fornire il giusto e corretto
apporto per far sì che tutto avvenga in
modo che nulla venga sciupato.
Il
problema vero è l’aspetto psicologico
della mente umana che non ha ancora
inquadrato cosa sta succedendo e si
continua a crogiolare dietro la falsa
speranza che “essendo a somiglianza”
tutto le è concesso.
Se
si parte dalla considerazione che non si
muore il punto è: saperlo, crederci o
averlo sperimentato direttamente. Una
sfida psicologica questa, è vero, ma
ogni coscienza può risiedere solo dove
ha capacità per accrescersi di ciò che
può darle ulteriore capacità. Questa
ulteriore capacità ora si acquisisce
unificando la coscienza di veglia con
quella di sonno ma per farlo occorre
affrontare la paura della morte ad occhi
aperti volendolo fare. Se no la morte
resta morte per chi così crede.
Bisogna fare un salto di coscienza, ma
non nel buio, solo attraversandolo.
Salto che fatto dalla Terra costringe
l’uomo a presenziare. |