Normalmente si è centrati dove
l’interesse ha preminenza. Capita però
di riuscire a captare frequenze che
esulano dalla propria normalità e questo
costituisce un aggancio con ciò che è
possibile sviluppare.
I
propri sensi si adattano a tutto ciò che
captato entra in risonanza con il loro
modo di percepire e questo produce una
sorta di stabilità; basata sul nuovo che
prima non si percepiva ed il modo in cui
viene elaborato dalla propria coscienza
e dai sensori fisici.
Il
fisico per comprendere ha bisogno di
messaggi chiarificatori e cioè occorre
che la coscienza dia informazioni
dettagliate su quanto in precedenza non
veniva nemmeno considerato.
La
formazione di un nuovo concetto portante
ha bisogno di basi. Basi che per essere
solide devono essere ben concepite così
da potersi muovere agevolmente senza
rischiare di venire trascinati in
avventure che poco hanno da spartire con
ciò che invece si vuole organizzare.
L’organizzazione della nuova dimensione
non può essere lasciata
all'improvvisazione di chi credendosi
pronto inizia a seminare i frutti del
suo intendere, quando questi non
rispecchiano il senso che la vita è
portata a sviluppare proprio in tale
dimensione. Questi frutti quindi, se
così li si vuol chiamare, sono destinati
a marcire perché contengono l’idea di
chi non è ancora maturo per risiedere
dove l’armonia non deve essere intesa
come un bene da raccogliere per poterlo
utilizzare, bensì un bene da seminare
dove non deve essere raccolto per far sì
che macerando si schiuda senza il
contenitore che la coscienza genera
quando si spiega quel che concepisce.
Il
nuovo concetto di vita, proprio perché
non si basa sull'intuizione o il
semplice percepire che, elaborati,
producono un mondo in linea con tale
stato, va sperimentato in modo che non
possano esserci dubbi su quelle certezze
edificanti che divengono simbolo di
stabilità della dimensione stessa.
Il
passaggio che sta avvenendo procura uno
stato d’essere nuovo perché un nuovo
equilibrio deve stabilizzare la
coscienza umana su frequenze tali da
consentirle di accedere ai piani della
esistenza visti come confini
irraggiungibili perché mete così lontane
nel tempo da sembrare irreali e fuori
portata.
Parlando di sperimentazione diretta è
ovvio che si debba essere interessati e
coinvolti in prima persona se si vuole
che la propria coscienza sviluppi il
bagaglio necessario che le sia di
supporto. Sostegno e stabilità sono
conseguenze di una certa azione in linea
con il tipo di benessere che si sta
cercando di impiantare sulla Terra
affinché nessuno abbia a patire stenti
procurati da chi per sete di potere
affama gli altri.
Se
viene meno un certo tipo di benessere è
ovvio che decadano pure tutte le
attrattive che gli sono fronzoli.
Il
benessere proiettato nel futuro decade
perché cessa il futuro; nessun concetto
di questo tipo può più trovare
applicazione perché la nuova dimensione
prevede solo l’ora; il momento presente
sempre presente. Il che significa
nessuna pianificazione perché è il
flusso che indirizza, provvedendo ad
ogni necessità.
Ecco, questo bene, questo flusso, deve
macerare dentro di sé così da produrre
la coscienza che agisce in linea con
l’azione; che è divina. Azione divina
perché viene a manifestarsi qualcosa che
è oltre la volontà dell’uomo; nel senso
che l’uomo la subisce se non si adegua
perché il nuovo flusso è quello
dominante che da l’imprinting e che
bisogna saper cogliere e decodificare.
La
decodifica di un segnale passa
attraverso una fase molto delicata: la
stesura di un protocollo che ne
identifichi le caratteristiche senza
lasciare spazio a costruzioni mentali
frutto di intuizioni che al massimo
possono offrire un riflesso del segnale
stesso: anche perché non ci sono
strumenti pronti in cui inglobare dati
per avere risposte.
Tutto ciò che riguarda la coscienza è
sensibile alla coscienza e, se prima non
la si rende neutra, non si può
pretendere di non avere risposte
alterate. Alterate da chi anche in buona
fede vuole aiutare chi si occupa di
diramare informazioni cercando di
chiarire concetti che invece ha solo
intuito in minima parte.
Ognuno ha dei compiti e solo una
armonica collaborazione consente che non
ci siano sfasature in un programma che
deve costituire un caposaldo di
riferimento.
Azzerare la mente, la propria mente, è
prerequisito essenziale; è anche una
conseguenza legata e collegata al nuovo
flusso, ma solo se veramente lo si
percepisce.
Così, se veramente si constata di essere
diventati vuoti di pensieri, il
prerequisito è attivo; se invece anche
solo minimamente si vuole dare
spiegazioni a concetti che si pensa
possano essere utili per la altrui
comprensione, si sta solo cercando di
convincere se stessi di essere in una
condizione, in uno stato d’essere, che
non appartiene ancora.
Quando il nuovo appare è talmente nuovo
che non può essere valutato col
conosciuto. Non si tratta di una novità
da considerare tipo una moda e vedere se
interessa o meno, è la vita che cambia.
È la vita che spinge a costruire un
nuovo mondo partendo da zero; dopo aver
però inglobato il precedente per
consentire una crescita evoluzionale;
non di lento adattamento ma di riepilogo
e sintesi. Si diventa il nuovo che
arriva ed è questa la criticità. Bambini
senza esperienza che hanno bisogno di
crescere creando loro i riferimenti;
come bambini non alla deriva ma in
sintonia col nuovo che provvede a
sostenere e farli crescere fornendo loro
il necessario affinché tutto avvenga nel
giusto modo.
Il
problema è esserci in questa dimensione;
essere in tale condizione e non pensarlo
soltanto.
Ma
la verifica arriva e ciò che conta sono
i pensieri; conta se non ce ne sono. |