Gestire il cambiamento

 

11 novembre 2006

            

Gestire il cambiamento offre prospettive anche a se stessi. Può voler dire inserirsi dove prima non si pensava nemmeno potessero esserci possibilità. Gestire il cambiamento fa parte di un progetto, esserci è la svolta: consente di operare dall'interno rendendo evidente la trasformazione; trasformazione che non è un miracolo ma realizzazione di un progetto che allo stato attuale può diventare esecutivo.

Un progetto per poter essere eseguito deve però anche essere noto, perché viceversa si è involontari esecutori di qualcosa che anche se riguarda non potrà mai essere inquadrato nella sua giusta dimensione e condizione. Ma ci sono progetti che possono essere conosciuti solo quando si è all'altezza di capirli e di poterli eseguire.

I progetti che riguardano la trasformazione di un uomo nella sua struttura sottile non possono essergli divulgati fin tanto che in tale uomo non subentra la capacità a poter adempiere a ciò che il progetto prevede. Renderlo partecipe prima potrebbe solo significare (da parte sua) accettazione sommaria, poiché ancora privo delle effettive capacità per essere l'esecutore di un progetto particolare che necessita (in lui) di una presenza superiore per poter essere attuato. Quando le condizioni sono mature, e pertanto è necessario che si attuino determinati passaggi, ecco che può venire a galla e diventare evidente ed eseguibile un progetto che, riguardando il singolo uomo, se ne fosse venuto a conoscenza prima, gli avrebbe solo reso lunga e snervante l'attesa perché, non ancora pronto, si sarebbe potuto sentire addirittura intrappolato in schemi prestabiliti; senza avere dato il suo consapevole consenso dalla dimensione che lo vede protagonista (in quanto uomo che “forse” può riuscire ad inserirsi in ambiti più profondi dell'esistenza se ne diventa capace). Perché oltre a non esserci obbligo di adesione a tali progetti, l'altra faccia della medaglia è essere in possesso della idoneità a partecipare; idoneità che non è frutto di studi profondi ma di profonda applicazione nel prendere coscienza dell'essere, del proprio essere superiore e della sua materializzazione.

La materializzazione dell'essere nell'uomo, la venuta quindi in superficie di ciò che l'uomo è nel profondo, non può certamente sacrificare la volontà di chi, uomo, non deve rinunciare al suo diritto di scelta; quando avviene deve essere il risultato di un processo d'identificazione per coincidenza di intenti. Solo così, non essendoci abuso né sopruso, l'uomo diventa ciò che non potrebbe mai essere se non avesse realizzato la sua capacità di concepire (in modo vigile e da uomo) nell'identico modo di chi a sua volta, proprio per questo, può incarnarsi nell'uomo senza adombrarlo soltanto con la sua presenza formativa ed informativa (cosa che oltretutto avviene solo quando nell'uomo si sono aperte delle porte sottile di comunicazione).

Il passaggio effettivo (la trasformazione, la materializzazione dell'essere nell'uomo, ed è l'uomo che richiede e la persegue) avviene dunque solo quando l'uomo è capace di supportare con tutto se stesso il fine per cui l'essere superiore (che egli stesso è ad una profondità diversa dell'esistenza) si incarna in Terra; l'uomo rinasce in Terra a se stesso incarnando il fine che lo accomuna e lo rende identico a ciò che egli stesso realizza di essere (perché così concepisce) in quanto entità immortale che opera in Terra per un fine collettivo e superiore.

L'aspetto egoico (ciò che l'uomo normalmente esprime perché tale è la sua natura) preclude la presenza dell'essere superiore che resta nel profondo in quanto, così come l'uomo non ha i requisiti per “scendere” o ascendere a profondità che il suo essere racchiude ed esprime, anche l'essenza uomo non può venire in superficie dove l'ambiente sarebbe ostile e finanche nocivo data l'inutilità della sua presenza in un uomo che da ciò si vedrebbe oppresso se non addirittura invasato.

Essere se stessi ha radici molto profonde e solo andando in profondità si porta alla luce ciò che per questo si diventa. La spiritualizzazione della materia percorre questa via. È un passaggio obbligato: si è ciò che si diventa e l'uomo diventa un essere superiore quando permette al suo essere superiore di manifestarsi perché lui diventa tale.

www.ottavaora.it