Tante volte, essere consapevoli che
esistono mondi paralleli di difficile lettura,
rappresenta la svolta che consente di addentrarsi
dove la vita si esprime in maniera differente
rispetto a quella umana; ma non per questo priva di
quegli attributi che danno senso e colore
all’esistenza. Pressoché trasparenti e per questo
invisibili sono difficili da cogliere per l’occhio
umano che non li sa ancora distinguere. La
percezione, quando c’è, riguarda lo stato d’animo;
la sensibilità di chi sa ascoltare oltre ciò che la
comune esperienza espone e propone.
Esistere è l’attributo che ogni cosa
indistintamente possiede, vivere la vita è una
qualità che ogni cosa, ogni essere deve riuscire a
conquistare. La coscienza è lo strumento che
permette alla esistenza di qualificarsi in quanto
vita cosciente di sé e di quei limiti che possono
essere giusto sprone per concepire che esistenza in
fondo non è altro che una constatazione di sé, del
proprio essere vivo e vibrante; e che l’energia è il
modo in cui la vita rende manifesta la sua presenza.
Poiché vita è tutto e poiché ciò che
esiste è energia che manifesta la sua presenza
(anche quando la presenza non è colta per incapacità
dei mezzi usati per identificarla e confermarla) è
facile dedurre (sapendo di essere limitati nella
percezione) che (siccome si concepisce ciò che si
vede o si conosce) può ben esserci dell’altro che
(energia) non viene valorizzato nel giusto modo; o
nel modo corretto perché non in grado di catalogare
“presenze” non omogenee in una manifestazione
convenzionalmente riconosciuta come materia da cui
si produce il conosciuto; conosciuto che è tale
perché manifesto in chi lo concepisce in funzione
della sua coscienza.
La coscienza umana è ad oggi
collocata in una posizione intermedia tra lo
sviluppo organico (in termini prettamente fisici) e
la constatazione di esistenze psichiche capaci di
interagire sia con la forma sia con stadi dove la
vita si manifesta a livello di intelligenza (capace
di vincolare e veicolare azioni utili per
l’evoluzione; planetaria, galattica e
multidimensionale).
L’esperienza in questo senso è ancora
molto limitata; anche perché (e proprio perché) solo
la conoscenza (di ciò) consente (può consentire) di
concepire la vita anche sotto forma diversa da
quella umana.
La naturale propensione a credere che
tutto si risolva in ambito umano è funzionale ad una
coscienza il cui sviluppo si colloca in un piano
armonico di collettività omogenea tendente ad
acquisire capacità in funzione della informazione
che riceve. Fino a potersi/doversi riconoscere
nella sua stessa essenza che produce la certezza di
essere immortale; in quanto non legata e vincolata
al solo corpo fisico ma autosufficiente nel produrre
vita funzionale allo stato energetico; stato che ha
in sé la caratteristica della immortalità (che però
resta invisibile se non viene prima concepita).
Concepire l’immortalità è un
passaggio obbligato se si vuole accedere ai piani
dove la vita viene vissuta non in funzione della
morte ma per quel che è; esistenza. |