Complessità

 

18 novembre 2006

 

 

Per progredire in qualunque cammino bisogna dedicarsi al raggiungimento di mete, superando ostacoli e scoramenti; e senza lasciarsi troppo entusiasmare dai facili successi. Questi ultimi molto pericolosi perché fanno perdere il senso della misura credendo che anche il resto sia facilmente conseguibile; anche se paradossalmente sono i più utili perché forgiano, forgiano la coscienza poiché costringono a riflettere ed a risollevarsi dopo essere caduti.

La naturalezza con cui questo avviene è insita nell'animo umano che per fare esperienza deve cimentarsi con delle novità; più è basso il grado di difficoltà minore sarà l'accumulo di esperienza necessaria a risolvere problemi similari.

Ogni cosa ha coscienza di sé limitata al tipo e grado di esperienza maturata in funzione dell'ambiente e dell'insieme in cui si ritrova ad operare. Avere coscienza di sé in fondo significa sapere di essere, anche con le difficoltà insite al proprio stato. Certamente ci sono elementi semplici la cui natura impone lunghi cicli per apprendere bene delle funzioni, ed elementi la cui complessità permette di sperimentare con gradi di difficoltà maggiori perché racchiudono in loro anche ciò che per elementi più semplici si può considerare vita.


La complessità della coscienza è proporzionale al tipo di difficoltà cui va incontro, anche perché, per poterle affrontare e superare, deve essere in possesso di requisiti atti allo scopo. Una coscienza ultrafisica non saprebbe come muoversi in ambito fisico; una coscienza prettamente funzionale alla fisicità sarebbe un pesce fuor d'acqua in ambiti in cui la fisicità non ha motivo di essere.

Le coscienza però si aggregano e si fondono in coscienze di gruppo, strutture organizzate pronte a salti di qualità assumendo funzioni diverse.

Il riferimento per una coscienza, qualunque esse sia, è il gruppo di appartenenza, mentre la coscienza di gruppo fa capo a complessità superiori racchiudendo in sé qualitativamente il succo delle esperienze maturate da tutto ciò che la costituisce, ivi comprese le cosiddette coscienze di elementi semplici; coscienze sempre vive in modo contemporaneo nell'ambiente più complesso in cui si trovano ma avendo come riferimento il loro insieme, la loro naturale dimensione.

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