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Aggregati psichici

10 aprile 2005

Pensare è attività comune a tutti. È fisiologica, permette di considerare se stessi in funzione degli altri e dell’ambiente e questo genera legami e relazioni. Legami e relazioni con un mondo energetico, ultrasensibile, con il quale l’uomo è sempre, continuamente, in stretto contatto attraverso la mente ed il pensare.

 

Si pensa in modo inconscio o attraverso un atto di vigile coerenza. Poi c’è il non pensiero, anche se estremamente difficile da attuare.

Il modo in cui si pensa determina e condiziona la vita umana che non può fare a mano di seguire i riferimenti che le vengono proposti. Riferimenti che si presentano sotto forma di pensieri che arrivano in modo involontario, o perchè volontariamente si cerca di attingere da un serbatoio che permette di essere esaminato.

 

Il punto focale però è cosa avviene e perché ci si carica di pensieri che possono essere nuovi o, quasi sempre, ricorrenti.

 

Stabilito che è quasi impossibile far tacere la mente, bisogna considerare cosa avviene durante l’attività ritenuta normale (ma che è inconscia perché manca il controllo vigile) e quella altrettanto normale dove però si adopera la mente per fini ben precisi.

 

Usare la mente può essere una azione o una abitudine.

Quando è abitudine si seguono parametri di normalità dove non c’è il controllo; tutt’al più non ci sono distrazioni a causa di ciò che bisogna svolgere.

È  azione quando si vuole trovare soluzione a qualcosa.

Osservare l’attività della mente invece fa già parte di un processo diverso che attiene al non pensiero; e pertanto al silenzio interiore. Il che significa avere attraversato la densa cortina che fa da propulsore alla mente perché le offre la possibilità di prendere/captare tutto ciò con cui entra in relazione.

 

Per ciò che concerne le relazioni della mente ci si può rendere conto del modo in cui queste possono formarsi e costituire legami ben precisi che, se ricorrenti, si sviluppano e sviluppano vere e proprie personalità.

Infatti, strettamente connesse al proprio essere perché provenienti dall’interno di sé, tali legami vanno a costituire elementi importanti della quotidianità in quanto non ci si rende conto che si continua ad offrire energia a ciò che, diventato un aggregato psichico, coabita in se stessi.

 

Come se, a via di ripercorrere pensieri divenuti ricorrenti (solo perché all’inizio li si è presi in considerazione quando si presentavano alla ribalta della propria interpretazione), gli stessi sono diventati talmente stabili da condizionare la propria individualità che sempre più li usa come riferimento senza rendersi conto che forse sono solo degli intrusi.

 

L’atto cosciente invece (della accettazione ed addirittura della ricerca di pensieri) supera tale aspetto perché in questo caso esiste cooperazione per libera scelta dove chi attinge sa bene cosa fa e cosa vuole. E sa anche fin dove intende arrivare attraverso la sua azione vigile che lo pone nella condizione di usare la mente nel modo che ritiene opportuno; senza subire il continuo logorio cui è sottoposto quando la stessa da “corpo” a tutto ciò che proponendosi sotto forma di pensieri appartiene al mondo energetico con il quale è interconnessa.

 

In pratica tra la vigilità a cui l’uomo è abituato (e quindi mente che si muove così come è stata abituata ed uomo che subisce così per come è stato abituato) ed il silenzio interiore raggiungibile attraverso il non pensiero, c’è un mondo energetico (con il quale c’è sempre contatto e che fa parte di sé a livello inconscio) che si relaziona con quello umano e fisico attraverso inviti e suggerimenti; e che diventa partecipe della vita umana nella misura in cui lo si subisce perché gli si offre spazio e consistenza energetica e mentale.

 

Normalmente si convive con aggregati psichici senza saperlo, senza rendersi conto che si sta subendo una pressione che prende la mano perché nel tempo si è data troppa consistenza (tramite l’ascolto) a qualcosa che, diventato vivo dentro di sé, pretende di dire la sua.

 

Ma è anche normale che sia così perché, strumento di crescita, ciò offre la possibilità, se si vuole, di potersi allenare a disattivare quanto in precedenza si era lasciato crescere ed ingigantire a causa della propria azione inconsapevole.

E questo aiuta. Rende edotti su come oltrepassare la cortina che divide dal silenzio interiore.

 

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