Pensare è attività
comune a tutti. È fisiologica, permette di considerare se stessi in
funzione degli altri e dell’ambiente e questo genera legami e
relazioni. Legami e relazioni con un mondo energetico,
ultrasensibile, con il quale l’uomo è sempre, continuamente, in
stretto contatto attraverso la mente ed il pensare.
Si pensa in modo
inconscio o attraverso un atto di vigile coerenza. Poi c’è il non
pensiero, anche se estremamente difficile da attuare.
Il modo in cui si
pensa determina e condiziona la vita umana che non può fare a mano
di seguire i riferimenti che le vengono proposti. Riferimenti che si
presentano sotto forma di pensieri che arrivano in modo
involontario, o perchè volontariamente si cerca di attingere da un
serbatoio che permette di essere esaminato.
Il punto focale
però è cosa avviene e perché ci si carica di pensieri che possono
essere nuovi o, quasi sempre, ricorrenti.
Stabilito che è
quasi impossibile far tacere la mente, bisogna considerare cosa
avviene durante l’attività ritenuta normale (ma che è inconscia
perché manca il controllo vigile) e quella altrettanto normale dove
però si adopera la mente per fini ben precisi.
Usare la mente può
essere una azione o una abitudine.
Quando è abitudine
si seguono parametri di normalità dove non c’è il controllo; tutt’al
più non ci sono distrazioni a causa di ciò che bisogna svolgere.
È azione quando
si vuole trovare soluzione a qualcosa.
Osservare
l’attività della mente invece fa già parte di un processo diverso
che attiene al non pensiero; e pertanto al silenzio interiore. Il
che significa avere attraversato la densa cortina che fa da
propulsore alla mente perché le offre la possibilità di
prendere/captare tutto ciò con cui entra in relazione.
Per ciò che
concerne le relazioni della mente ci si può rendere conto del modo
in cui queste possono formarsi e costituire legami ben precisi che,
se ricorrenti, si sviluppano e sviluppano vere e proprie
personalità.
Infatti,
strettamente connesse al proprio essere perché provenienti
dall’interno di sé, tali legami vanno a costituire elementi
importanti della quotidianità in quanto non ci si rende conto che si
continua ad offrire energia a ciò che, diventato un aggregato
psichico, coabita in se stessi.
Come se, a via di
ripercorrere pensieri divenuti ricorrenti (solo perché all’inizio li
si è presi in considerazione quando si presentavano alla ribalta
della propria interpretazione), gli stessi sono diventati talmente
stabili da condizionare la propria individualità che sempre più li
usa come riferimento senza rendersi conto che forse sono solo degli
intrusi.
L’atto cosciente
invece (della accettazione ed addirittura della ricerca di pensieri)
supera tale aspetto perché in questo caso esiste cooperazione per
libera scelta dove chi attinge sa bene cosa fa e cosa vuole. E sa
anche fin dove intende arrivare attraverso la sua azione vigile che
lo pone nella condizione di usare la mente nel modo che ritiene
opportuno; senza subire il continuo logorio cui è sottoposto quando
la stessa da “corpo” a tutto ciò che proponendosi sotto forma di
pensieri appartiene al mondo energetico con il quale è
interconnessa.
In pratica tra la
vigilità a cui l’uomo è abituato (e quindi mente che si muove così
come è stata abituata ed uomo che subisce così per come è stato
abituato) ed il silenzio interiore raggiungibile attraverso il non
pensiero, c’è un mondo energetico (con il quale c’è sempre contatto
e che fa parte di sé a livello inconscio) che si relaziona con
quello umano e fisico attraverso inviti e suggerimenti; e che
diventa partecipe della vita umana nella misura in cui lo si subisce
perché gli si offre spazio e consistenza energetica e mentale.
Normalmente si
convive con aggregati psichici senza saperlo, senza rendersi conto
che si sta subendo una pressione che prende la mano perché nel tempo
si è data troppa consistenza (tramite l’ascolto) a qualcosa che,
diventato vivo dentro di sé, pretende di dire la sua.
Ma è anche normale
che sia così perché, strumento di crescita, ciò offre la
possibilità, se si vuole, di potersi allenare a disattivare quanto
in precedenza si era lasciato crescere ed ingigantire a causa della
propria azione inconsapevole.
E questo aiuta.
Rende edotti su come oltrepassare la cortina che divide dal silenzio
interiore.