Morte perché |
Dovendo dare la morte per scontata, bisognerebbe stabilire se rappresenta soltanto il limite all’esistenza terrena cui mette la parola fine o se può avere un ruolo diverso. Qualora la morte dovesse rappresentare un passaggio di stato nell’oltre fisicità come comunemente si crede, questo potrebbe essere l’arrivo ad una condizione definitiva e permanente oppure un semplice stazionamento in una dimensione di transito propedeutica verso un oltre ancora più profondo. Oltre che a maggior ragione potrebbe sfuggire perché addirittura aldilà del dopo morte che di per sé è già una incognita. Se così fosse, se ci fosse un oltre alla vita dopo la morte, ci si potrebbe spingere ad affrontare concettualmente il tema fin da adesso. Per concepire in tal senso però bisognerebbe presupporre non solo l’esistenza di una dimensione che consenta la vita dopo la morte, ma addirittura una dimensione ancora più profonda rispetto a quella che accoglie chiunque dopo la morte fisica. Morte che in questo caso dovrebbe essere riconsiderata. Equivarrebbe ad una rinascita in una dimensione che permetterebbe, ma obbligherebbe anche e al tempo stesso, di affrontare un genere di vita rivolto a “pesare” gli attaccamenti: per valutare se calamitano ancora l’attenzione, oppure se si può andare oltre perché gli stessi sono inesistenti e quindi privi di attrattiva (sempre se effettivamente dovesse esistere questa dimensione ancora più profonda oltre quella del dopo morte). La vita dopo la morte potrebbe essere un trampolino che in base ai propri attaccamenti potrebbe riportare a vivere esperienze che ancora attraggono (per potersene liberare), come potrebbe invece proiettare verso un oltre più profondo se questa dovesse essere l’aspirazione (perché la propria condizione lo permette). Ma se perdere gli attaccamenti (che non permettono la leggerezza necessaria per potersi stabilizzare in una dimensione posta oltre quella cuscinetto del dopo morte) fosse ciò che consente di andare oltre, si potrebbe cercare di attuarlo fin da adesso mentre si è in un corpo fisico. Perdendo attaccamenti (e quindi senso del possesso, del potere ed egoicità) ci si potrebbe rendere così leggeri da rinascere volontariamente già ora dove per esserci bisogna prima morire; dove (dopo aver concepito che si può andare oltre perché l’esistenza e l’esperienza terrena possono essere sufficienti) si può decidere se si vuole andare oltre, oltre la dimensione del dopo la morte fisica. In fondo si potrebbe iniziare a fare adesso le valutazioni che si è costretti a fare dopo la propria morte. Ma questo equivarrebbe a morire, a morire a se stessi per rinascere.
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