Trasformazione
Trasformazione?
 
Non si può prescindere dalla realtà in cui si vive. Ogni tentativo di fuga in questo senso risulta vano.
Anche se la fuga dovesse rappresentare un tentativo per ricominciare su nuove basi, ciò dovrebbe avere come presupposto aver compreso il perché degli avvenimenti che l’avevano provocata. E di essere in grado di superarli. Cosa questa (e cioè la capacità nel superare gli ostacoli prima non affrontati o evitati), che dipende da se stessi.
 
Dovendo però considerare il se stessi in base a chi si è e chi interviene in funzione di cosa c’è da fare.
 
Chi si è…
Perché se si è ancora chi era fuggito dalla propria realtà per non affrontarla (nel senso che la fuga non ha prodotto nessuna trasformazione a livello interiore, non ha provocato un avvicinamento con la propria interiorità per perseguire gli obiettivi che il piano animico intende animare sulla Terra), allora sicuramente si ripresenteranno ostacoli simili a quelli che in precedenza erano stati evitati. Anche perché il loro fine, il fine ed il perché di questi ostacoli, è il risveglio dell’uomo. Risveglio che deve produrre l’avvicinamento con il mondo interiore.
 
Se invece il cambiamento c’è stato (e ha provocato sufficiente trasformazione tale per cui l’anima inizia ad essere attiva nell’uomo che incarna), allora gli ostacoli o non si ripresentano (poiché superflui visto il fine cui servivano), oppure diventano facilmente superabili se pervenendo dovessero rappresentare un impedimento nei riguardi di ciò che l’uomo deve realizzare; ciò che deve realizzare l’uomo nuovo, l’uomo rinato che incarnando la sua anima non solo sa come procedere ma gode dell’appoggio del mondo animico.
 
Un punto comunque è estremamente importante. Capire se veramente c’è stata trasformazione in se stessi. Capire se l’anima presenzia effettivamente oppure se fa solo comodo pensare che sia così.
 

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