Nessuna fuga

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Non si può prescindere dalla realtà in cui si vive. Pertanto ogni fuga (mentale) verso mondi paralleli e o immaginifici non tiene conto dell’ora, del qui ed ora, di ciò che si è qui ed ora. Ci si relega aldilà della comune realtà ed anche da se stessi. Dal sé terreno che sta vivendo una esperienza sulla Terra.

Rifugiarsi dentro se stessi deve costituire l’approccio verso la propria interiorità, non il fine. Il rischio è l’isolamento, specialmente quando si ripongono speranze verso questo tipo di interiorità perché si attende che emerga a trasformare una realtà che non piace.

Pur ammettendo che la realtà interiore esiste, non può essere personale ed al proprio servizio. Quando si crede sia così si è semplicemente voluto trasferire il proprio ego su un piano diverso non controllato da altri. Un piano personale e mentale dove si possono abbattere tutti gli ostacoli che nella realtà concreta non si è in grado di superare. Ci si può dar ragione da soli sempre e comunque, tanto mai nessuno avrà nulla da eccepire.

Distinguere tra l’interiorità che un po’ per volta ci si è costruiti da soli ed una realtà interiore comune a tutti è fondamentale. E rappresenta anche la svolta, il passo fondamentale per l’emersione di un nuovo mondo. Un mondo che, proprio perché nuovo e su basi non conosciute, non può essere ciò che si vorrebbe, ciò che si pensa possa essere il meglio per sé. Deve essere un mondo che accomuna in una unica realtà tutti quelli che gradualmente permettono che emerga senza volerlo indirizzare ad uso proprio e senza volere imporre condizioni.

Solo la comunione di intenti con la propria anima, con chi è già vivo nella profondità del proprio essere, nella realtà interiore comune che non può emergere fino a che non arriva il momento, solo la comunione di intenti dunque può rendere concreta e far conoscere la vita basata su valori che l’ego non accetta. Valori che l’ego non può accettare perché di fatto decretano la sua morte.

Nello stesso piano non c’è “spazio” per ego ed anima. Può esservi solo per un ego trasformato. Un ego che rinunciando a se stesso (e quindi a possesso, brame, potere ed attaccamenti) diventa, proprio per questa rinuncia realizzata, il se stesso che è già nel profondo di sé.

Ma quand’è così non c’è più differenza tra uomo ed anima, è avvenuta la fusione e si è in un altro mondo; nella nuova realtà, nel nuovo mondo.

 

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