I limiti della ragione
Entro quali limiti si può ragionare

 

Tutto dipende dalla conoscenza.
Conoscere se stessi ha un limite: quello entro cui la coscienza può ragionare.
 
Dialogando con se stessa la coscienza non può superare il limite di quel che conosce. È costretta a spaziare all’interno di possibilità relative alla sua conoscenza.
Tutto il resto le sta oltre; sia esso fisico, metafisico o spirituale.
 
Questo spazio, entro il quale la coscienza è costretta ad operare, ospita tutte le coscienze che hanno stesse possibilità. Tutte quelle coscienze il cui grado di conoscenza, dal suo minimo al suo apice, offre solo determinate possibilità.
Possibilità uguali per tutti ma che ognuno deve elaborare in proprio per evolvere.
 
Questo spazio è un cielo: un cielo interiore.
 
Quando qualche coscienza, per sue intuizioni, è portata a superare questo cielo per scandagliare più in profondità, e quindi oltre il limite massimo consentito, viene immediatamente intercettata e “vagliata” per verificare se il suo è stato un picco involontario o se ha le capacità per poter far parte di un nuovo cielo, una dimensione più profonda.
Se così non fosse, se la coscienza dovesse aver superato il limite per un suo momentaneo stato d’essere, non sarebbe nella condizione idonea per permanere dove non potrebbe concepire perché oltre le sue possibilità. Avrebbe solo il desiderio di ritornare dove concepiva normale un certo genere di vita.
 
Chi controlla la validità del passaggio sono esseri che, avendo maturato le opportune esperienze, hanno la capacità di intervenire per eventualmente adeguare alla nuova vibrazione che la coscienza, fatto il passaggio, è costretta a reggere; se questo rientra nelle sue possibilità.
 
Adeguare che non significa fare in modo che avvenga per forza, ma livellare di quel poco che basta per evitare contraccolpi alla coscienza non ancora abituata. Contraccolpi che potrebbero provocare fuoriuscite e rientri perché la coscienza non è stabilmente centrata.
 
Ogni cielo sperimenta un certo genere di vita con suoi attributi e qualità che, usati, fanno riconoscere chi si è e verso dove si può e bisogna andare.
 
Ogni cielo è interiore a se stesso. Quello più profondo racchiude in sé quello che lo contiene.
E così via, in una successione continua che, attraendo sempre più verso il profondo in maniera graduale, lega in maniera logica, consecutiva e stabile ogni cosa con ciò che contiene (come interiorità) evitando che si sfaldi tutto ciò che fa da contenitore.
 
Questo legame, sottile ma indissolubile, fa sì che ogni cosa, anche la più piccola, racchiuda in sé (in potenza nella sua interiorità) proprio tutto: il segreto della vita.
 

 

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