Attingere dalla propria interiorità |
Attingere dalla propria interiorità (e quindi usufruire del patrimonio interiore, della forza vitale che racchiude ed esprime, attenendosi alle regole che ne consento l’uso in attinenza coi dettami dell’anima per conseguire obiettivi non personali ma utili alla collettività) non è solo possibile ma addirittura necessario quando gli stessi (obiettivi) fanno parte di progetti più ampi che coinvolgono la collettività. Essere in linea in questo momento con la propria interiorità significa necessariamente dover partecipare, nessuno escluso, alla realizzazione del progetto Uomo Nuovo che prevede una variazione nella coscienza umana: da egoica a dativa. Ben per questo, proprio perché viene richiesto di abbandonare ogni attaccamento (quindi il senso del possesso con incluso quello del potere) è ovvio che bisogna disporre di strumenti utili per potere operare all’interno di una società che attualmente esprime “valori” che invece non avranno più motivo di essere. Attingere dalla propria interiorità significa pertanto dare vita in modo diverso alla vita alimentandola con una energia che provenendo dalla interiorità può spaziare in modo diverso seguendo logiche che esulano dal limite imposto da mente e fisicità. Agendo così, e cioè facendo in modo che sia l’interiorità, la propria interiorità a guidare nella costruzione del nuovo mondo e senza compromessi, solo così si sarà certi che valori come fratellanza e benessere comune saranno quelli senza i quali non sarà possibile edificare. Anche perché, quando non è l’interiorità a guidare, in automatico non si è nella condizione che permette di essere presenti ed esistere dove la realtà può esprimersi ad una profondità diversa rispetto a quella fisica ed umana. Del resto o si è non si è. O si è l’Uomo Nuovo che vede prendere possesso della sua realtà interiore espandendola nella fisicità e quindi consentendole di emergere, o si resta l’uomo mortale di sempre. Forse (ma nemmeno) con qualcosina in più; solo qualcosina in più; forse.
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