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Ancora un passo

12 giugno 2008




Dagli istinti alla ragione, ora ancora un passo: l'immortalità.


L'immortalità viene spesso liquidata come utopia o titolo di un libro su cui decidere se interessa o meno. Di fatto l'interesse all'oltre morte si limita alla speranza che la vita continui. E che, siccome speranza, resta quasi alla stregua di quei desideri che si sa irrealizzabili, a meno che non intervenga qualcosa di straordinario.
L'immortalità pertanto è un tabù di difficile soluzione. Non ci si applica. Al limite si dedicano tempo e pensieri nei confronti della morte quando appare più vicina in funzione dell'età.
Sapendo che dover morire è cosa certa, quando la morte si avvicina può spaventare. Ed allora si pensa al dopo, a cosa succederà dopo. Mistero ed incognita che non fanno realtà.



Essere in grado di penetrare nel profondo di sé apre spiragli che fanno intravedere una realtà più completa. Non priva di legittime aspirazioni cui la coscienza anela quando si interroga sul suo perché. Una realtà che comprende dell'altro rispetto a quanto si è abituati a considerare.
Percepire attraverso l'interiorità apre un mondo diverso. Ma anche illusorio e pericoloso se ce lo si costruisce da hoc; come si vorrebbe che fosse.
Parlando di interiorità infatti ognuno ha la sua e nel suo intimo pensa di essere padrone degli eventi perché li può indirizzarli assoggettandoli alla volontà.
Questa però è una interiorità parziale, soggettiva. Fa capire che c'è dell'altro in cui nessuno può entrare (visto che è dentro di sé) ma non è una dimensione reale. Tutto al più un modo per verificare che è possibile spostare la consapevolezza fuori e dentro di sé.
Cosa che se non approfondita va ad alimentare dubbi, speranze e fantasie proprio come succede nei confronti della immortalità.


Spostare la consapevolezza è comunque un “senso” formidabile. Se allenato non aiuta soltanto a percepire, consente di essere. Consente di presenziare in una realtà di gran lunga superiore rispetto alla propria normalità. Offre la possibilità di spostarsi di dimensione mentre si è nella fisicità, mentre si è uomini vivi nella carne. Con una aggiunta. Permette di constatare che l'immortalità esiste.
Spostarsi di dimensione fa verificare che esistono altri mondi, gradualmente raggiungibili, dove la vita è vita sempre, anche dopo la morte. Ed anche mentre vivi in Terra si può raggiungere chi si è proprio dove la morte non c'è; l'essere immortale che si è.